La seta in Vallagarina: ritorno al futuro

Per rilanciare l’asfittica economia si torna al passato. E si punta sulla seta che, nel Settecento, ha lanciato Rovereto e la Vallagarina nel firmamento europeo - determinandone la crescita urbanistica, culturale e ovviamente di ricchezza valutaria - e che poi è stata sacrificata sull’altare della modernità nel secondo Dopoguerra. Lasciando sul territorio, chiaramente, «souvenir» abbandonati a lungo come i filatoi Colle Masotti e Bettini, quello di Piazzo e palazzi storici realizzati proprio nell’epoca d’oro della valle.
 
Da tempo, tanto come Comune che come Comunità di Valle, si ragiona per recuperare opifici e argomento (rogge comprese) a scopo turistico. Ma gli studi di settore - ai quali hanno collaborato anche gli studenti dell’Itet Fontana - hanno aperto una breccia alla voce produzione. Ed ecco che palazzo Pretorio ha deciso di riprendere la seta in chiave di prodotto da coltivare e realizzare e, ovviamente, creare nuovi posti di lavoro. Tant’è che tra Rovereto, Villa Lagarina, Ala, Comunità della Vallagarina e Provincia è stato sottoscritto un protocollo d’intesa che, di fatto, fa nascere il Distretto della seta del Basso Trentino. Con l’obiettivo di reintrodurre il gelso e relativa bachicoltura e pure le fabbriche del tessuto. Lo scopo è infilarsi nel nuovo mercato del filato, soprattutto nel settore del lusso, moda e gioielleria in primis ma anche medicina.
 
Ad annunciare la riconversione industriale lagarina sono state la vicesindaco Cristina Azzolini e la dirigente Simonetta Festa giovedì all’istituto Fontana. I ragazzi, infatti, hanno lavorato al progetto che, inizialmente, era partito con valenza turistico-culturale ma che poi è approdato davvero in una risorsa economico-produttiva. «La seta è assai ricercata e quella di valore crea ricchezza. Per questo gli antichi filatoi, iniziando dall’ex Bettini di Lizzanella, saranno solo in parte trasformati in museo mentre per il resto ritorneranno ad essere fabbriche. Con l’intenzione di creare posti di lavoro e inserirsi in un mercato potenzialmente ricco visto che la seta è usata sia in campo medico che del lusso».
Insomma, quello che ha portato ricchezza nel Settecento si confida possa farlo anche nel terzo millennio. E la Vallagarina comparteciperà a questa evoluzione visto che andrà reintrodotto la coltivazione dei gelsi, «ovviamente biologici» e la coltivazione dei bachi.
 
Tornando alla scuola, si occuperà di collaborare al progetto e pure a realizzare un itinerario cittadino sui luoghi simbolo della seta, una app utile allo scopo e un museo virtuale che metta in luce la storia della seta e le varie fasi di lavorazione fino alla realizzazione dei tessuti.
 

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