Nomesino Monte Faè, mezzo secolo di tamburello
Sabato sera nella piazza di Nomesino si sono festeggiati i 50 anni di vita della società di tamburello Monte Faè Nomesino. Un risultato importante, frutto di tanto lavoro e impegno di cui il tamburello trentino può essere veramente orgoglioso. Mezzo secolo di storia non è un risultato che si festeggia spesso. Vista l’occasione cosi importante erano presenti autorità istituzionali e sportive. In rappresentanza dell’amministrazione comunale, il primo cittadino di Mori Stefano Barozzi. Fra le autorità sportive la presidentessa del comitato provinciale di Trento Monica Morandini, il presidente della federazione nazionale Edoardo Facchetti e il vicepresidente Andrea Fiorini, oltre naturalmente al presidente del sodalizio grestano Aldo Agnoli che ricopre la carica da ben 23 anni. A fotografare l’evento Remo Mosna e Laura Fadanelli, quest’ultima membro della commissione nazionale storia, cultura e documentazione della federazione. Come relatore della serata Andrea Beltrami, grande appassionato di tamburello.
Tutte le autorità invitate nel loro intervento hanno sottolineato lo splendido risultato ottenuto dalla società grestana. Stefano Barozzi sindaco del comune lagarino commenta così l’evento: «Per una piccola borgata di sole 100 anime, direi che si tratta di qualcosa di veramente straordinario, non posso fare altro che fare i complimenti alla società».
Il presidente Aldo Agnoli, in futuro si augura che ci siano tanti giovani che entrino a fare parte del direttivo e soprattutto qualcuno che si candidi a guidare la società, perché dopo 23 anni un cambio è sempre utile. Ha proseguito il presidente: «Per andare avanti servono nuove leve e nuove energie».
Ha preso poi la parola Edoardo Facchetti, presidente della Federazione italiana palla tamburello. Anche il presidente federale ovviamente ha voluto fare i complimenti alla società grestana: «Per me essere qua questa sera è un dovere. Onorare una società che compie 50 anni di vita mi fa molto piacere».
Monica Morandini nel suo discorso ha voluto sottolineare quanto lo sport sia «importante per la crescita dei giovani e non solo e si è auspicata che non ci siano abbandoni, fenomeno in netto aumento. Lo sport serve per consolidare i rapporti».
Nel corso della serata Saveria Martinelli, persona sempre vicina alla società, ha voluto ricordare Saverio Rizzi, primo presidente del Nomesino. Alla fine della serata Andrea Beltrami ha voluto ricordare in un modo diverso dal solito le persone che tanto hanno dato e fatto per la società e che non ci sono più, non con un minuto di raccoglimento, ma con un applauso.
Alla fine hanno preso la parola le persone che hanno fatto la storia della società, ognuno ha raccontato qualche episodio piacevole che ricorda ancora oggi molto volentieri. Il messaggio della serata di sabato è quello di far capire che con la costanza e l’impegno, anche risultati come i 50 anni di vita si possono raggiungere e Nomesino da questo punto di vista è solo da lodare.