Cade in bici sulla ciclabile e fa causa alla Provincia
Nell'incidente si è rotto naso e incisivi adesso chiede 25mila euro di danni
È caduto in bici e crede sia colpa di come era stato realizzato il tracciato della pista ciclabile. Ecco perché chiede alla Provincia un risarcimento nemmeno troppo blando: 25 mila euro e rotti. Ora a decidere sarà il tribunale: la prima udienza è fissata per il prossimo ottobre. La vicenda risale al 6 giugno 2017 quando il protagonista di questa vicenda decise di concedersi una gita in bicicletta. In sella alla sua mountain bike aveva scelto la ciclabile che porta al Garda. Un percorso bello, suggestivo e nel pomeriggio rinfrescato sempre dall'Ora del Garda, che quando si pedala non fa mai male. Insomma, un tragitto che avrebbe dovuto, nelle intenzioni del ciclista, garantirgli di trascorrere qualche ora piacevole.
Forse sarà anche stato così, all'inizio. Di sicuro la giornata non finì bene com'era cominciata. Perché l'uomo, mentre pedalava in direzione di Mori, all'altezza di Loppio ebbe un incidente: si sbilanciò sulla sella, perse l'equilibrio e finì a terra. Pur provando ad attutire la caduta conle mani, non ci riuscì: finì con il volto sull'asfalto e si ferì in modo piuttosto serio. Nella caduta rimediò un trauma facciale, con frattura del setto nasale e frattura degli incisivi, ma anche un trauma serio ad una mano. Evidentemente nel tentativo di attutire la caduta il ciclista ha finito per ferirsi alla mano, senza riuscire ad evitare danni al volto. Con lesioni di questo tipo, la convalescenza fu all'epoca piuttosto lunga, com'è facilmente intuibile.
Ora le ferite sono guarite, ma il ciclista ritiene che qualcuno debba pagare. Perché ricostruendo l'accaduto, lui ritiene che a farlo cadere - con le conseguenze di cui si diceva - sia stata prima di tutto la conformazione della strada. Da qui la decisione di fare causa alla Provincia, responsabile ovviamente delle piste ciclabili del territorio. Il motivo per cui l'uomo ritiene che vi sia una responsabilità dell'ente pubblico, ovviamente tutta da dimostrare davanti al giudice, ha a che fare con la dinamica dell'incidente. L'uomo - secondo la sua ricostruzione - sarebbe finito con le ruote fuori dalla lingua d'asfalto, sul ciglio della ciclabile. Non appena se n'è accorto, ha cercato di rientrare sulla corsia di marcia. Ma - secondo quanto da lui ricostruito - a tradirlo sarebbe stata la conformazione della ciclabile: rientrando dal ciglio della strada all'asfalto, il ciclista non avrebbe avuto problemi con la ruota davanti, ma quella dietro avrebbe trovato una sorta di scalino. L'asfalto sarebbe stato troppo rialzato, rispetto al ciglio della strada. Con il risultato che la ruota dietro si sarebbe incastrata, facendogli perdere l'equilibrio. E di questo ritiene responsabile la Provincia.
Dal canto suo l'ente pubblico tutto crede, tranne che di essere in difetto. Il mandato per la difesa è stato dato al legale dell'assicurazione, Kurt Aschbacher. Si va in aula ad ottobre.