La «Casa della Salute» di Ala ospita già 11 anziani in quarantena prima della RSA
Tra ieri e oggi sono arrivati alla Casa della salute di Ala tutti gli 11 ospiti destinati a diverse Rsa trentine.
Ne sono entrati cinque ieri e sei oggi, informa il Comune di Ala. Qui trascorreranno un periodo di quarantena (dalle due alle tre settimane) prima di fare ingresso nella casa di riposo di destinazione.
Un sistema questo che garantirà le strutture per anziani trentine da ingressi rischiosi e possibili fonti di contagio da coronavirus.
Le persone arriveranno ad Ala con tampone negativo; verranno tuttavia gestite come se fossero positive, seguite dal personale della Apsp Ubaldo Campagnola di Avio. Verranno verificate con un tampone a metà periodo e infine con un tampone finale. Solo se tutti questi saranno ancora negativi potranno spostarsi nella Rsa nelle quali è stato assegnato loro un posto.
La Casa della salute tuttavia non apre a causa dell’emergenza, e finita (si spera al più presto) questa fase difficilissima, resterà a servizio della comunità e tornerà al progetto originario: e cioè di un piano dedicato ad Rsa, uno alle cure intermedie o “di sollievo”, oltre ad un piano che potrebbe essere destinato ai medici di base; tutto questo in aggiunta alle funzioni già in essere.
Per servire come struttura di transito, si è deciso di ridurre a singole le stanze doppie: i 20 posti (9 stanze doppie e due singole) sono così diventati 11. Nell’area al terzo piano si trovano anche spazi comuni e polivalenti, una sala da pranzo e locali di servizio per il personale.
La Apsp Campagnola ha assunto 12 persone per gestire questo nuovo servizio dodici persone: 9 operatori e 3 infermieri, che opereranno con visiere, camici speciali, mascherine, garantendo il massimo della protezione. Tutto verrà gestito come se si trattasse di un reparto Covid, con i corridoi organizzati per evitare contatti tra le persone e spazi ampi.
Al secondo piano si trova l’area triage e gli spogliatoi e docce per il personale. Ci sono due ascensori, uno “pulito” e uno “sporco” in modo da riservarne uno a rifiuti speciali, vestiti usati etc, sempre per evitare rischi di contagio. Anche i vestiti degli ospiti andranno in quarantena: c’è un magazzino dove verranno conservati per due settimane. Terminata l’emergenza, il secondo piano sarà riservato alla fisioterapia.
Al primo piano ci sono gli ambulatori e tutto è attrezzato per una futura aggregazione tra i medici di base. Al piano terra restano il centro prelievi e le altre funzioni già attive in precedenza. Sempre terminata l’emergenza la casa della salute di Ala attiverà anche una decina di posti di “sollievo”, gestiti dalla Campagnola e riservati in genere a ricoveri temporanei di persone seguite a domicilio, dando possibilità di riposo alle famiglie.
Tutto questo viene da lontano ed è dovuto al grande lavoro delle comunità per salvare l’ospedale. Deriva infatti dal protocollo d’intesa stipulato tra le amministrazioni di Ala e Avio, la Comunità della Vallagarina, l’azienda sanitaria e la giunta provinciale (assessore Rossi), con lo scopo di non chiudere definitivamente il presidio sanitario di Ala (come ospedale vero e proprio aveva smesso di funzionare tra gli anni Ottanta e Novanta). Il protocollo venne riconfermato con la successiva giunta presieduta sempre da Rossi e venne finanziato infine dall’assessore provinciale Zeni (3,4 milioni di euro), facendo partire i lavori.
La giunta provinciale Fugatti ha infine confermato il sostegno al progetto. Nel mezzo c’è stato il lavoro assiduo e costante, fatto di incontri, sollecitazioni, richieste condotto dalle amministrazioni di Ala e di Avio che hanno fatto di tutto per “salvare” l’ex ospedale. Che ora rivive con nuove funzioni, e si rivela anzi un nuovo punto di forza del sistema trentino per far fronte alla pandemia.