Sos alcol: le distillerie dalla grappa ai disinfettanti

di Luisa Pizzini

Sugli scaffali dei supermercati l’alcol denaturato, quello solitamente contenuto nelle bottiglie di plastica rosa, è introvabile da settimane ormai. È andato a ruba quando si è capito che è una delle poche armi vincenti contro il coronavirus: spruzzando superfici, guanti e mascherine con soluzioni ad alto contenuto d’alcol siamo certi di poterlo annientare. Ma la produzione non riesce a far fronte alla domanda, cresciuta in modo esponenziale insieme al suo prezzo (da uno a quattro euro al litro) secondo le basilari leggi dell’economia.

Si parla di un fabbisogno di 9 mila metri cubi di gel igienizzante al mese solo per le aziende da qui alla fine anno. Ecco allora che anche alcune realtà lagarine che utilizzano l’alcol come base per i propri prodotti hanno scelto di convertire una parte delle loro linee a questo scopo: sono le distillerie. Qui l’alcol viene venduto ad esclusivo uso alimentare, solitamente. Ma il mercato si è fermato da quando è iniziata l’emergenza sanitaria ed in particolare da quando bar e ristoranti hanno dovuto chiudere.
«Produrre alcol denaturato ci permette quanto meno di tenere in funzione i nostri impianti» spiega Marella Giori (nella foto con papà Mauro e il fratello Alessandro), titolare della distilleria con sede a Volano. Lo stabilimento produttivo è altrove, ma la ditta che ha storiche radici sul territorio per contrastare la difficoltà di questo periodo ha scelto di intraprendere questa strada. «Il mercato richiede prodotti igienizzanti a base di alcool ma per poterlo lavorare in questo modo serve un’autorizzazione dall’ufficio delle Dogane. Dobbiamo rendere l’alcol non commestibile e vengono inseriti componenti chimici che lo rendono tale. Serve l’autorizzazione perché solo questo alcol non è soggetto ad accisa».


«La carenza di alcol è un problema» aggiunge Alessandro Marzadro (nella foto). Anche le distillerie Marzadro hanno scelto di convertire parte della produzione in alcol denaturato, sempre con lo scopo di vendere poi prodotti igienizzanti ai propri clienti. «Non se ne può acquistare meno di un autotreno del valore di 40 o 50 mila euro e non è facile accaparrarselo perché lo Stato ha la priorità».

«Noi aggiungiamo il mentolo o la glicerina per renderlo più denso e fare un gel tipo amuchina - continua Giori -. La base è l’alcol denaturato che noi acquistiamo, trasformiamo e poi rivendiamo a titolari di ristoranti ed enoteche, accanto ai nostri prodotti. Lo utilizzeranno per sanificare banconi, cucina, sedie e nei dispenser per sanificare la mani all’ingresso del locale. Nei supermercati non saremmo competitivi, perché anche i grandi colossi hanno fatto la stessa cosa, quindi usiamo il canale della ristorazione». Non si fanno grandi affari, perché gli introiti non sono certo paragonabili a quelli della grappa, ma è anche un modo per rendersi utili alla comunità. «Denaturiamo alcol già da un mese (nella foto grande parte del processo), perché abbiamo ottenuto in fase temporanea questa autorizzazione e stiamo producendo gel per aziende del settore - racconta Alessandro Marzadro - credo che nel giro di dieci giorni riceveremo anche l’autorizzazione per produrre prodotti cosmetici, perché questo è il settore, e venderemo igienizzanti per bar e locali. Al momento attuale la carenza di alcol è un grande problema. Per questo abbiamo denaturato anche altre tipologie di alcool su concessione dello Stato, lo abbiamo fatto con la grappa dei nostri magazzini ad esempio. I nuovi protocolli di ignienizzazione prevedono prodotti con alcol al 70%, mentre fino a gennaio erano al 50%». Come detto non ci sono grandi entrate, «ma permette di coprire i costi dell’azienda in questa fase e tenerla aperta, che è già una bella cosa». Anche Marzadro infatti ha attivato la cassa integrazione: «Su 73 dipendenti attualmente ne occupiamo 7-10 al giorno, e sarà così almeno per tutto maggio. Ci adattiamo al situazione facendo il possibile e programmando di settimana in settimana».

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