La morte di Matteo Tenni, il tribunale archivia: accolta la tesi della procura, non ci sarà un processo
Per la gip il carabiniere che sparò al 44enne lo fece per legittima difesa, il 9 aprile 2020 nel vialetto di casa della vittima, a Pilcante di Ala. Respinta la richiesta della madre che si opponeva all'ipotesi di archiviazione
IL CONFRONTO Ricostruzioni agli antipodi davati al giudice
PARERI OPPOSTI La famiglia impugna la richiesta di archiviazione
LA PROCURA Intercettato da un movimento un colpo indirizzato a terra
ROVERETO. Il carabiniere che il 9 aprile 2020 sparò ed uccise Matteo Tenni di fronte alla sua casa di Pilcante, ad Ala, secondo la giustizia italiana ha operato correttamente.
La gip Mariateresa Dieni ha accolto ieri la richiesta di archiviazione delle indagini avanzata della procura, rappresentata dalla pm Viviana Del Tedesco.
Archiviazione contro la quale nulla ha potuto la madre di Matteo Tenni, che quel giorno ha assistito, impotente, alla morte per dissanguamento del figlio nel vialetto sotto casa.
La vicenda è tristemente nota.
[nella foto, uno striscione esposto davanti al tribunale di Rovereto dai manifestanti che appoggiano la richiesta della madre di Tenni per lo svolgimento di un processo]
In pieno lock-down, Matteo Tenni, 44enne disoccupato con conclamati e ben noti problemi psichici brucia un posto di blocco, ad Ala, predisposto dai Carabinieri. Scappando in auto, viene inseguito dalla pattuglia di militari fin davanti casa.
Nel vialetto Tenni si scaglia contro i carabinieri brandendo un'accetta, con la quale colpisce tre volte l'auto di pattuglia.
Un proiettile sparato dal carabiniere A.A. lo raggiunge al ginocchio e ne recide l'arteria.
Tenni muore dissanguato in pochi minuti.
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