Dopo l'incidente con il trattore, l'abbraccio solidale del paese intero: dagli aiuti pratici alla raccolta fondi
Trambileno, la comunità si è stretta attorno ad Alessandro Rocca, il 48enne costretto a vari interventi chirurgici e alla riabilitazione, prima del ritorno al lavoro e a una nuova vita in sedia a rotelle. «Ho dovuto imparare nuovamente a fare ogni cosa, anche le più banali e ci sono riuscito grazie a un sacco di persone che mi sono state vicine»
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TRAMBILENO. L’incidente con il trattore, le operazioni, la riabilitazione, il ritorno al lavoro, la nuova vita in sedia a rotelle. E la solidarietà forte come un abbraccio che dura da 16 mesi. La vita di Alessandro Rocca (foto), 48 anni di Trambileno, vigile del fuoco permanente a Trento, è cambiata il 23 aprile dello scorso anno. Un incidente con il trattore mentre era nella sua proprietà, il volo con l’elisoccorso al Santa Chiara, l’intervento, il periodo in rianimazione, la riabilitazione a Villa Rosa e poi il ritorno a casa e quindi al lavoro.
In un intervista pubblicata da L’Adige poco prima del Natale scorso, Rocca raccontava che aveva dovuto imparare di nuovo a vivere, a vivere in una dimensione diversa. «Ho dovuto imparare nuovamente a fare ogni cosa, anche le più banali - spiegava - e ci sono riuscito grazie ad un sacco di persone che mi sono state vicine e che mi hanno aiutato a iniziare a vivere questo nuovo capitolo della mia vita».
Una solidarietà forte da parte dei familiari, dei colleghi di lavoro e anche dei suoi compaesani. Che ora ha preso anche la forma di una raccolta fondi. Un’idea nata a Trambileno, da chi conosce Rocca fin da quando era bambino e che ha coinvolto tante persone che hanno voluto dare anche in questo modo una mano all’uomo e alla sua famiglia.
«I concetti di solidarietà, di generosità, di spirito di appartenenza, di comunità, di amicizia, non sono - spiega Alessandro Rocca - al giorno d'oggi per niente scontati. Anzi, le dinamiche quotidiane sempre più rapide e aride di questi concetti, rendono il loro manifestarsi una rara quanto sorprendente occasione. A più di un anno dal mio incidente, mi ritrovo ancora una volta a ringraziare tutta la mia comunità, i miei paesani, i miei amici per la solidarietà che costantemente si e manifestata da quel giorno e che ancora una volta a reso possibile l'inimmaginabile. Un grazie di cuore a tutti, alla comunità di Trambileno, alla Parrocchia, ai miei amici per tutto quello che avete fatto per noi».
Questo è solo l’ultimo episodio che racconta una solidarietà e una vicinanza che sono state quotidiane per Alessandro e la sua famiglia.
«Quando ho avuto l'incidente - raccontava Rocca - stavo facendo la legna. Un lavoro iniziato che non avrei più potuto terminare. Ma al mio posto e senza che chiedessi nulla, lo hanno fatto i miei paesani: hanno fatto anche il taglio estivo e poi hanno pure impilato la legna. Un gesto che mi ha riempito il cuore. Prima del mio ritorno a casa c'è chi ha predisposto delle rampe perché potessi accedere sia all'appartamento che al giardino. Un intervento fatto spontaneamente e che assieme a tanti altri episodi mi ha fatto chiedere “ma io mi merito tutto questo?”».
E poi c'è stata la storia della strada. «Per raggiungere casa mia, a Trambileno, c'era una strada bianca. Avevo in progetto di asfaltarla ma prima era necessario anche fare un muro di contenimento. Lavori che avevo rimandato e che poi sono diventati urgenti ora». Lavori cui non ha più dovuto pensare, perché ci hanno pensato gli altri. Amici, compaesani che continuano ad esserci e ad abbracciare la famiglia Rocca. Ma. D.