Mori, il nuovo sottopasso è un lago: lavori fermi da 4 mesi e mezzo e i costi salgono vertiginosamente
Alla consegna del cantiere Fugatti e il sindaco Barozzi a farsi fotografare, ora il consigliere Cristiano Moiola chiede lumi: «Progetto sbagliato, ma chi paga?»
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MORI. Il fatto che la zona sia da sempre nota ai moriani come “Palù” avrebbe dovuto mettere sull’avviso. Così non è stato. Così i tecnici della Provincia hanno sottovalutato l’entità della falda sottostante l’area di Mori Ovest dove hanno progettato di realizzare il sottopasso agricolo. Un cantiere da mesi allagato. «Ad oggi sono ben quattro mesi e mezzo che il cantiere del sottopasso risulta chiuso per allagamento dovuto alla falda - dichiara il consigliere comunale Cristiano Moiola -, nonostante le promesse di prossime aperture (vedi l’Adige del 20 febbraio 2024).
Nella seduta di Consiglio Comunale dello scorso 9 aprile il sindaco Barozzi e l’assessore alla Viabilità Mazzucchi si rifiutavano di rispondere all’interrogazione che ho presentato sul caso con il collega consigliere Bianchi, nonostante tale opera viaria sia da sempre richiesta dalla stessa amministrazione comunale e sia stata costruita su territorio comunale, volendo collegare due tronconi di strada comunale (Via della Lasta, ndr), alla cui consegna lavori dello scorso aprile 2023, lo stesso Barozzi non rinunciava a presenziare e a farsi fotografare con il presidente Fugatti.
La giustificazione in aula di Barozzi è stata che i lavori sono in capo alla Provincia e sta alla Provincia rispondere». Beh, in effetti la risposta della Provincia ora c’è, sotto forma di risposta ad una interrogazione presetata dalla consigliera provinciale Paola Demagri. Una risposta che certifica quanto anticipato a suo tempo dall’Adige: «I ritardi - spiega Fugatti - sono imputabili ad un importante innalzamento stagionale della falda acquifera della piana di Loppio che ha creato delle venute d’acqua negli scavi dei lavori. In sede di progetto esecutivo si prevedeva che la posizione della falda freatica si attestasse a 5,5 metri di profondità dal piano campagna. Durante l’esecuzione dei lavor la situazione della falda si è presentata a 4 metri».
«Ma l’innalzamento - sottolinea Moiola - non è un fenomeno straordinario come dice Fugatti, è ormai la terza volta che si presenta negli ultimi cinque anni». Per risolvere la situazione la Provincia pensa oggi a un sistema di “wellpoint potenziato” e a una cortina di palancole per drenare l’acqua negli scavi esistenti e futuri al fine di concludere i lavori. Sarà necessaria una variante contrattuale.
Fugatti e la giunta di Mori alla consegna del cantiere: assicurò la fine dei lavori a gennaio 2024 (archivio PATN)
«Ma se tali soluzioni servono oggi per riprendere il cantiere - sottolinea Moiola - nessuno ci sta dicendo se il sottopasso, una volta conclusi i lavori, ad ogni innalzamento della falda si allagherà e bisognerà intervenire ogni volta a caro prezzo per scaricare e togliere l’acqua, al fine di renderlo agibile. Abbiamo già speso 2,1 milioni di euro per un’opera progettata male, oggi ci si chiede una variante per essere conclusa. La preoccupazione principale che dovrebbe essere quella di tutti i moriani, in primis del sindaco e dall’assessore Mazzucchi che l’hanno da sempre sponsorizzata e voluta, è rappresentata da un grande quesito: “Quanto ci costerà in futuro tale opera a causa della sua manutenzione?”».