Il cuore di Ala: gara di solidarietà in città per la bambina ucraina malata
La piccola è qui con la mamma, il padre è in patria per combattere. L’appello della presidente dell’asilo De Malfatti Franca Bellorio: “Anche un piccolo contributo è importante”. Ecco cosa bisogna fare per aiutare questa famiglia
GIOVO Muore a 43 anni, il grazie della moglie e dei figli per l’aiuto ricevuto
ALA. Da ormai quattro giorni è in atto una gara di solidarietà in città. Un movimento spontaneo partito dall'asilo infantile De Malfatti che si è presto esteso al resto della comunità. Destinatari della raccolta fondi una piccola frequentante l'asilo e la sua famiglia. Promotrice della colletta la presidente della scuola materna Franca Bellorio, che ha inviato una lettera a tutti i genitori dei bimbi dell'asilo.
«Vi scrivo questa lettera con una stretta al cuore perché nel nostro asilo abbiamo una bambina colpita da una grave malattia. Non basta questo, che è già uno strazio di per sé, infatti si tratta di una bambina accolta come rifugiata ucraina. La sua mamma è qui, ma il suo papà è in guerra e non può essere vicino né alla figlia né alla moglie bisognosa di affetto e condivisione. Inoltre per poter seguire passo dopo passo la bambina, la mamma ha dovuto lasciare il suo lavoro precario».
«Di fronte a questa situazione drammatica - prosegue nella lettera Bellorio - ho pensato che se uniamo le nostre energie forse possiamo in qualche modo accompagnare questa sfortunata creatura lungo il difficile percorso che dovrà affrontare. Vi chiedo quindi se vi è possibile offrire un contributo: anche la più piccola donazione può fare la differenza».«Finora la risposta è stata molto buona - dichiara oggi Bellorio -. All'inizio avevamo messo un salvadanaio con chiave all'ingresso dell'asilo. Ora però abbiamo deciso, su richiesta di tante persone, di attivare anche la raccolta fondi tramite Iban, direttamente sul conto corrente dell'asilo, con causale "Bambina ucraina"».
L'Adige lo comunica a suoi lettori: IT80D0801134270000010036445). «È una situazione straziante - argomenta Bellorio -. Per ora la risposta positiva di tanti alensi contrasta il disappunto per la non risposta che invece arriva dalle istituzioni, in primis la Provincia. Il Cinformi dovrebbe essere in grado di intercettare queste situazioni, e sapere articolare una risposta, sia nell'immediato che nel futuro prossimo. La bimba, la mamma ed un fratellino hanno bisogno di tutto, a comunciare da un appartamento, dove la piccola possa avere una stanza a lei sola dedicata, dove continuare le delicatissime terapie. La Provincia, il Comune e la Comunità di Valle si diano una mossa!».
Per ora la situazione è seguita da vicino dall'assessora comunale Francesca Aprone, che ha rilanciato l'appello di Bellorio al resto della cittadinanza di Ala.«Prima di mandare la lettera - sottolinea Bellorio - ho ovviamente chiesto il permesso alla mamma della piccola, ed anche al mio cda, che ha risposto con entusiasmo. Perché la pensano come me, i rifugiati è giusto accoglierli quando scappano dalle guerre, ma non basta dargli un tetto di fortuna: ci si deve occupare di loro anche dopo».