Morto insieme alla madre:“Tiziano Bianchi ci mancherà, era un buono”
Per Brentonico, la Vallagarina, il Trentino, il doppio decesso che ieri, 13 luglio, ha scosso la comunità è un duro colpo. Lidia Passerini (101 anni festeggiati a febbraio) e Tiziano Bianchi, per tutti «Tano» (avrebbe soffiato sulle metaforiche 59 candeline la prossima settimana) se ne sono andati insieme
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ROVERETO. Il vuoto lasciato dalla scomparsa di Tiziano Bianchi è grande. Il sindaco di Brentonico Dante Dossi ricorda il legame indissolubile tra lui e la mamma: «Aveva condiviso in maniera piena questi ultimi anni. La comunità è davvero scossa. Anche perché è una morte atipica. Ha dedicato la vita a Lidia e forse Tiziano non ha retto alla sua morte. Mi mancheranno gli scontri politici con lui. Quando ci trovavamo ci scornavamo ma Tiziano era molto chiaro, un vecchio compagno. Con lui non ho mai avuto problemi perché c’era un rapporto molto schietto, franco, con diversità di vedute. D’altro canto era una persona molto intelligente».
Nicola Zoller è l’amico di una vita: «Tano e Lidia erano persone davvero amiche dai tempi più belli, quando Vito Bianchi mi dava i primi consigli per il comune impegno socialista. Madre e figlio erano legatissimi e insieme se ne sono andati per le vie scelte dalla natura umana e da una inesausta sensibilità filiale».
Il parroco don Daniele Laghi era uno di famiglia. «Erano un tutt’uno lui e la mamma. L’unica consolazione grande è che sono morti insieme e insieme li saluteremo. Aspettiamo il nullaosta ma il funerale dovrebbe essere martedì. Tiziano lo ricordiamo per com’era, il suo essere punteruolo ma buono, la sua umanità sarà quella che rimarrà, sarà ricordato per quanto di buono ha seminato e la sua punta di diamante che pungolava il Trentino è servita. Però era molto rispettoso. Penso alla frase che ha messo ieri su Facebook, “la vita bella”: vogliamo ricordarlo così».
Un lutto che ha colpito anche il presidente della Provincia Maurizio Fugatti. «Ci ha lasciati l’amico Tano. Uomo brentegano, giornalista e personaggio indiscutibile della Bassa Vallagarina. Conobbi Tiziano quando scriveva del comune di Avio su L’Adige. Siamo negli anni ‘90, periodi frizzanti per la politica aviense.
C’era tanto da scrivere per uno come lui che girava le piazze e i bar dei paesi, con una macchina sempre un po’ “strana”, tra un bianco e una sigaretta, e in questo modo aveva sempre le notizie di prima mano. Ricordo che la prima volta lo incontrai, chissà perché, al bar Centrale di Mori, per parlare di un comunicato che volevo fare sul Comune di Avio. Da giovane leghista quale ero, nonostante lui avesse posizioni lontanissime dalla mia, il suo lavoro lo faceva sempre in modo oggettivo. Posso dire che il rapporto che creammo mi aiutò sicuramente in quegli anni di avvio del mio percorso politico.
Nel 2001 ero assessore aviense al turismo e con Tiziano ideammo un piccolo libro intitolato “Avio, luogo d’incontri”. Perché Tiziano era una penna certo penetrante e irriverente, ma sapeva anche scrivere bene di storia e territorio. Perché lo conosceva e lo amava. L’ultima volta lo ho sentito nelle scorse settimane mi aveva invitato ad un evento enologico di “territorio che resiste”, come lui amava chiamarlo, a Loppio. Gli ho dato buca, ma sapevo che alla fine lui mi avrebbe capito».