Poiana finisce contro i cavi dell’alta tensione, torna a volare dopo un mese di cure
Il rapace, trovato in pessime condizioni nei campi di Avio, è stato curato nel Centro recupero animali selvatici di Trento. L’incidente gli ha probabilmente impedito di volare e di conseguenza procurarsi il cibo per diversi giorni, arrivando così allo stremo delle forze
AVIO. Ferita nell’impatto con i cavi dell’alta tensione, una poiana è stata liberata dopo circa un mese di cure nel Centro recupero animali selvatici (Cras) di Trento, gestito dal Servizio Faunistico della Provincia autonoma di Trento. La segnalazione del ritrovamento del rapace nei campi di Avio era stata fatta da un cittadino. Quindi il personale della Stazione forestale di Ala si era occupata del recupero di questo animale che può avere un'apertura alare di 130 centimetri. Constatata la forte debilitazione che rendeva la poiana incapace di qualsiasi reazione, le persone che operano presso il Cras hanno inizialmente ricoverato l’animale in un luogo ristretto - così da impedire i movimenti che avrebbero potuto causare ulteriori traumi - provvisto anche di lampade a infrarossi, fondamentali per scongiurare un’eventuale ipotermia.
Il veterinario, responsabile degli animali ricoverati presso il Centro, ha diagnosticato un forte trauma all’ala destra, lesione che ha fatto ipotizzare l'impatto con dei cavi elettrici. L’incidente gli ha probabilmente impedito di volare e di conseguenza procurarsi il cibo per diversi giorni, arrivando così allo stremo delle forze.
Lo stato di salute dell’animale, inizialmente preoccupante viste le gravi condizioni in cui versava al momento del ricovero, è progressivamente migliorato. Ben presto la poiana ha iniziato ad alimentarsi in autonomia. La degenza è quindi proseguita in una delle voliere esterne del Cras, dove il graduale e continuo miglioramento delle sue capacità motorie è stato tale da permettere la sua reimmissione in natura. La liberazione, dopo quasi un mese di degenza, è avvenuta nei pressi del luogo del ritrovamento.
Nei mesi estivi il Centro recupero animali selvatici di Trento accoglie in media più di dieci animali al giorno, arrivando quindi ad ospitarne un numero davvero importante. Oltre a questi ci sono gli animali soccorsi direttamente in natura per i quali non è necessario il ricovero, ma il cui numero non è insignificante e contribuisce ad ingrossare le fila degli interventi messi in atto dagli operatori del Cras, anche con la collaborazione del personale del Corpo forestale trentino.
In estate i ricoveri presso il Centro riguardano soprattutto i nidiacei, ovvero i piccoli degli uccelli, che escono precocemente dal nido e, quindi, necessitano di accudimento. Tuttavia, anche gli adulti possono avere la necessità di essere curati in seguito a traumi o ferite dovute all'impatto con vetrate, al tentativo di predazione da parte di animali domestici, a investimenti e a collisioni con dei cavi metallici. Ed è proprio a causa di una di queste collisioni che lo scorso luglio è stata consegnata al Cras una poiana (Buteo buteo) ferita.