Diocesi / Il lutto

L'ultimo saluto a don Bepi Grosselli, il prete operaio che univa la gente

Le sue parole, in un’intervista a L’Adige: «Per me è importante “tegnir ensieme la zènt”. Ho fatto cantare tante persone, cantare assieme fa bene. Ho fondato il coro “Bella ciao”, con un repertorio di canti del lavoro. Per andare avanti bene non si deve vivere di rimpianti, ma vivere l’oggi, mettendosi sempre in gioco. Vivere, cercando la bellezza di ogni età»

L'ADDIO Si è spento don Bepi Grosselli, il prete operaio dallo spirito comunitario

CALAVINO. Una folla commossa ha salutato oggi, martedì 20 dicembre, monsignor Giuseppe Grosselli, spentosi domenica 18 dicembre all’età di 95 anni. Per tutti “don Bepi Grosselli”, è stato uno dei pilastri della Chiesa di Trento, specialmente durante i ruggenti anni Sessanta, da sempre vicino agli ultimi e al fianco dei più deboli. 

«Addio don Bepi Grosselli, difensore dei diritti degli operai, convinto sostenitore dell’emancipazione delle donne e della cultura dell’accoglienza - aveva scritto sui suoi profili social il sindaco del capoluogo trentino, Franco Ianeselli, non appena ricevuta la notizia - Trento ti deve molto e non ti dimenticherà».

Il ricordo di tanti amici, il vescovo e due cori per salutare don Bepi Grosselli

Don Bepi Grosselli riposerà nella sua Valle dei Laghi, dove era nato il 27 dicembre del 1926 e dove oggi, nella chiesa parrocchiale di Calavino, l’arcivescovo Lauro Tisi ha celebrato il funerale. A salutarlo sono accorsi tanti amici, tanti rappresentanti dei numerosi mondi dei quali don Grosselli si è occupato con passione nei suoi settantadue anni di vita religiosa.

Nel 2016, per i suoi novant'anni, don Bepi ricevette anche l'Aquila di San Venceslao da parte del Comune di Trento "quale segno di gratitudine per la sua capacità di mettere in rapporto sapienza e scienza, cielo e terra, Vangelo e società".

In un’intervista a L’Adige, don Bepi ripercorse la sua vita: «Riconosco di essere una persona fortunata. Ho vissuto e superato tempi difficili. Oltre gli studi di teologia ho studiato musica, perché mi piaceva, così ho potuto insegnarla. Poi ho seguito operai, giovani, preti, aclisti, coristi, presepisti, preti con lo zaino. Ho fatto il giornalista e infine il parroco a Montevaccino. Per me è importante “tegnir ensieme la zènt”. Ho fatto cantare tante persone, cantare assieme fa bene. Ho fondato il coro “Bella ciao”, perché nella nostra città non c'era un coro con un repertorio di canti del lavoro. Per andare avanti bene non si deve vivere di rimpianti, ma vivere l’oggi, mettendosi sempre in gioco. Vivere, cercando la bellezza di ogni età».

LA GALLERY 

La cerimonia funebre con cui Calavino ha salutato don Bepi Grosselli

Si è spento domenica 18 dicembre, all’età di 95 anni, don Bepi Grosselli, per tutti il "prete operaio". Ordinato nel 1950, fu protagonista tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 dell'autunno caldo in Trentino, come cappellano alla Michelin e, poi, come prete dell'Anpi. Sempre vicino agli ultimi, sempre dalla parte dei più deboli, don Bepi ha scritto la storia della nostra provincia. Oggi, martedì 20 dicembre, si è svolto il funerale nella chiesa di Calavino: presente anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli, il sindaco di Madruzzo Michele Bortoli e Lorenzo Dellai

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