Moria di palme, colpito anche il lago di Cavedine: il Comune invita a controllare le piante
Si tratta della farfalla già responsabile di aver devastato l’Alto Garda. Solo l’abbattimento contiene la diffusione della “Paysandisia archon”, falena introdotta accidentalmente in Europa nel 2001. L’amministrazione comunale invita i residenti a rivolgersi ad un vivaio o ad un tecnico esperto
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CAVEDINE. La castnide delle palme, il lepidottero di origine sudamericana che colpisce la pianta e la uccide, è arrivata anche in valle di Cavedine, nella zona del bacino del Sarca, fino a Vezzano.
Si tratta della farfalla già responsabile della moria di centinaia di palme nell'Alto Garda e che ha colpito e fatto ammalare migliaia di piante, per le quali l'unica soluzione è l'abbattimento. Solo così si potrà infatti contenere la diffusione della "Paysandisia archon", questo il nome scientifico della terribile falena, introdotta accidentalmente in Europa nel 2001. A dare notizia della presenza del lepidottero è la stessa amministrazione comunale di Cavedine, in un post sulla pagina social. Ma in marzo anche il Comune di Madruzzo aveva organizzato una serata informativa sul problema della "farfalla delle palme".
«Una ricognizione effettuata le settimane scorse dal nostro custode forestale assieme ai tecnici della Fondazione Mach - si legge - ha evidenziato che la zona maggiormente interessata è quella del Lago di Cavedine (più prossima all'Alto Garda, pesantemente colpita dal fenomeno), mentre la zona della valle di Cavedine, pure presentando varie piante con sintomi, evidenzia una situazione meno compromessa».
Se quella del Lago di Cavedine appare dunque la situazione più preoccupante, anche chi abita in altri paesi della valle - da Lasino a Padergnone, da Calavino a Sarche e fino a Vezzano - dovrà controllare le proprie palme. L'amministrazione comunale si appella al senso civico dei cittadini, dal momento che non ha la facoltà di imporre l'eradicazione, l'abbattimento o altri tipo di trattamento disinfestante delle piante colpite. Proprio con l'intento di arginare l'espansione della problematica, «evitando di vanificare gli sforzi fatti da ciascuno», il Comune chiede a tutti i proprietari di palme di rivolgersi ad un vivaio o ad un tecnico esperto che ne valuti lo stato.
Ma informazioni utili e dettagliate (corredate da fotografie) per capire se la palma del proprio giardino sia sana o sia stata colpita dal temibile lepidottero, in quale stadio si trovi la malattia e quali azioni mettere in atto si trovano anche sul sito della Fondazione Mach. «Laddove le piante non presentino danni irreversibili, l'indicazione del Comune è di mettere in campo trattamenti disinfestanti da eseguire due volte l'anno, nei periodi di maggio - giugno e settembre - ottobre. Diverso il caso in cui la pianta mostri danni evidenti, sia compromessa o morta: si deve procedere don il taglio e il conferimento presso il centro raccolta materiali».
È bene sapere che le palme eradicate intere come anche le loro singole parti tagliate sono dei "rifiuti" da avviare a distruzione controllata e, come tali, devono essere gestite secondo la normativa di settore. Per questo motivo, anche su questo aspetto, l'amministrazione offre alcune indicazioni operative. La parte sommitale del tronco (ultimi 50/70 centimetri) contiene le larve del lepidottero e «va quindi conferita al crm di Lasino, dove è stato posizionato uno specifico container per accogliere tale parte della pianta e il cui contenuto verrà smaltito in maniera che le larve, trasformandosi in farfalla, non vadano a interessare altre palme».
«La restante parte della pianta, invece, può essere trattata come normali scarti vegetali o ramaglie. «In entrambi i casi - si legge - si raccomanda di sezionare il tronco della pianta in elementi di lunghezza di circa 50 centimetri». Il Comune di Cavedine lascia anche un contatto per possibili chiarimenti: il custode forestale (3393438622) o il vicesindaco Andrea Travaglia (3479714622).