Economo infedele a Strigno, la pena sale di 7 mesi
Si allarga il «buco» e sale anche la pena per l’ex economo del comune di Strigno accusato di peculato. Lucio Voltolini, 63 anni, prima sospeso e poi licenziato dall’amministrazione comunale, ha infatti patteggiato davanti al giudice Carlo Ancona altri sette mesi, in continuazione con la pena precedente a 1 anno e 11 mesi. Il conto finale arriva quindi a 2 anni e 6 mesi, senza sospensione condizionale della pena.
Secondo l’accusa, sostenuta dai pubblici ministeri Giuseppe Amato e Carmine Russo, il ragionieri, dal 2008, avrebbe «arrotondato» il suo stipendio, falsificando diversi documenti contabili e trattenendo per sé parte dei soldi destinati al Comune per tasse o altri diritti. Denaro che l’uomo si sarebbe intascato per fare fronte a gravi problemi familiari, deciso poi a restituirli, come lui stesso avrebbe lasciando alla fine una «voragine» che supererebbe i 600 mila euro. A fare partite l’inchiesta era stata la stessa amministrazione comunale che, spulciando i bilanci, aveva notato che qualcosa non tornava nei conti. Si trattava di somme contenute, piccoli ammanchi, che tuttavia erano bastati per fare scattare una segnalazione ai carabinieri di Borgo Valsugana. E le indagini dei militari avevano portato dritto all’ex responsabile della ragioneria.
La scorsa estate, quando erano emerse le irregolarità, i prelievi da parte dell’ex dipendente sembravano però contenuti, tanto che nella prima notizia di reato si ipotizzava un buco di poche migliaia di euro. Ma gli accertamenti condotti sull’operato del ragioniere avevano ben presto offerto un quadro più allarmante, tanto che si era arrivati ad una prima contestazione di circa 150 mila euro, per la quale l’uomo aveva patteggiato 1 anno e 11 mesi (pena sospesa).
Le ulteriori verifiche contabili, affidate al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, hanno alzato ulteriormente l’asticella degli ammanchi, che sarebbero iniziati ben prima del 2008, per un ammontare di quasi 500 mila euro, per le quali Voltolini giovedì ha patteggiato altri sette mesi, in continuazione con la precedente sentenza. E proprio a fronte del superamento dei due anni, il giudice Ancona ha revocato la sospensione condizionale della pena.
Alla fine, dunque, il «buco» lasciato nelle casse della piccola amministrazione, che ha avuto inevitabili ripercussioni sul bilancio, potrebbe superare i 600 mila euro.
All’inchiesta penale si era peraltro aggiunta quella della Corte dei conti: la magistratura contabile, fra danni patrimoniali e danni di immagine, ha presentato all’ex economo un conto di oltre un milione di euro. Per questo la procura contabile aveva chiesto e ottenuto un sequestro conservativo di tutti i beni del ragioniere della Valsugana per un valore complessivo di 1 milione 267.699 euro.