Malore nel lago grave un settantenne

di Luisa Pizzini

Si trovava a pochi metri dalla riva Fabio Ferrari, settantottenne di Calceranica al lago che alle 16 di ieri si è sentito male mentre si trovava in acqua. E quella è stata la sua fortuna in fondo, perché le persone che si trovavano sulla spiaggia «barche 1» di Calceranica, quella che si trova appena a sinistra una volta superato il passaggio a livello, lo hanno notato. Dapprima supino, come se stessa galleggiando sull’acqua. Poi, improvvisamente, a faccia in giù nel lago.

«A quel punto i presenti hanno capito che c’era qualcosa che non andava» racconta Marco Salvo, coordinatore della Security, la società che gestisce il servizio «spiagge sicure» sul lago di Caldonazzo. «Subito le persone si sono precipitate nell’acqua per riportare l’uomo a riva. Nel frattempo qualcuno è corso verso le vicine torrette dei bagnini per chiedere aiuto». Il tratto di spiaggia nel quale si trovava Fabio Ferrari, infatti, non è coperto dal servizio. In realtà ieri è come se lo fosse stato, perché sono serviti pochi secondi - forse sei o sette - perché il gommone dei soccorsi in servizio sul lago arrivasse sul posto con uomini e attrezzature. «L’uomo era incosciente in quel momento. Evidentemente mentre era in acqua è stato colto da un malore perché lo abbiamo trovato in arresto cardiaco - spiega Marco Salvo -. Allora abbiamo provato a rianimarlo con il defibrillatore e poi abbiamo cominciato il massaggio cardiaco».

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Mentre i bagnini compivano queste prime fondamentali manovre, da Mattarello si alzava in volo l’elisoccorso che in meno di dieci minuti ha fatto scendere con il verricello il medico rianimatore e la sua squadra. Poi il velivolo è atterrato in un prato alla periferia del paese, «scortato» dai volontari dei vigili del fuoco di Calceranica al lago. Sulla spiaggia invece continuavano le operazioni di soccorso. «Il massaggio cardiaco è continuato a lungo, oltre mezzora - ricorda Marco Salvo - e nel frattempo sono ricominciate anche le funzioni vitali dell’uomo». A quel punto l’uomo è stato trasportato all’ospedale Santa Chiara di Trento.

Fino a quel momento quella di ieri al lago di Caldonazzo sembrava essere una domenica tranquilla. Le spiagge non erano troppo affollate visto il meteo variabile che alternava sprazzi di sole a qualche momento di pioggia. I soccorritori però, nemmeno in questi casi abbassano l’attenzione. L’imprevisto infatti è sempre in agguato, in acqua o sulla spiaggia. E quest’estate, con le giornate particolarmente calde che ci ha regalato, di interventi «al limite» ce ne sono stati parecchi. Le condizioni di Fabio Ferrari restano critiche, nonostante i soccorsi tempestivi e la tempra dell’uomo. Una volta arrivato in ospedale il settantottenne di Calceranica al lago è stato quindi ricoverato nel reparto di rianimazione, dove i medici che lo tengono sotto controllo ieri sera non avevano ancora sciolto la prognosi.


OTTO INTERVENTI AL LIMITE SOLO A LUGLIO

È un’estate eccezionale questa. Non solo per le alte temperature che sta facendo registrare. Sopra la media, infatti, sono stati anche i soccorsi sulle spiagge e nei lagi. Del resto i due fenomeni sono correlati: più caldo significa più gente nei lidi e, di conseguenza, più lavoro anche per chi veglia sui bagnanti. Ma non è soltanto una questione di numeri e di probabilità. Purtroppo in molti casi alla base di tutto c’è la negligenza di chi si getta in acqua dopo aver bevuto troppo o semplicemente senza saper nuotare. Come racconta Marco Salvo, coordinatore della Security per il servizio «spiagge sicure» nei laghi di Caldonazzo, Levico, Piazze e Serraia, nel solo mese di luglio i bagnini hanno effettuato ben otto salvataggi «al limite».

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«Abbiamo già avuto numerosi interventi importanti - racconta Salvo - in quest’ultimo mese. Molti dei quali devo dire legati all’abuso di alcolici. Non solo birre, ma anche superalcolici». In molti di questi casi la presenza delle postazioni di «spiagge sicure», anche le due mobili ossia i gommoni al largo nei laghi di Caldonazzo e di Levico si è rivelata fondamentale. C’è chi si azzarda troppo nell’acqua pur non sapendo nuotare ma c’è dunque anche chi si getta in acqua dopo aver bevuto troppo, mettendo a repentaglio la propria vita e quella dei soccorritori. «C’è stato il caso di un ragazzo finito sott’acqua perché aveva esagerato con gli alcolici. Per fortuna si trovava vicino al gommone di salvataggio e questo ha permesso che il soccorritore lo ripescasse subito e lo portasse a riva». Per fortuna gli angeli delle spiagge sono lì a vegliare anche su di loro.

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