Sui Minuetto sei posti per le bici, ma non bastano

Resta problematico trasportare le bici sulla ferrovia della Valsugana: pochi posti e si rischia di restare a terra. La Provincia: "Più di così non possiamo fare"

di Giorgia Cardini

Come annunciato in maggio dal Servizio Trasporti della Provincia, su quasi tutti i treni in servizio lungo la ferrovia della Valsugana sono stati montati sei ganci per il trasporto delle biciclette: ma  neppure questa soluzione - attiva dal 12 settembre e studiata per cercare di andare incontro all’aumento costante di cicloturisti sulla pista della valle - sembra sufficiente. 
 
Martedì pomeriggio, infatti, due cicliste trentine e una coppia di cicloturisti tedeschi, ospiti in un camping di Caldonazzo, hanno rischiato di restare bloccati nella stazione di Primolano. Anzi, i turisti tedeschi erano già rimasti a terra: infatti, sul treno in partenza alle 15.25 da Bassano del Grappa (ancora con due posti bici) erano stati rifiutati alla stazione di Carpané, ragion per cui hanno percorso altri 20 km sperando poi di riuscire a salire su quello seguente. Ma su questo, partito alle 16.25 dalla cittadina veneta e giunto a Primolano alle 16.57, le biciclette caricate  erano già sette e, soltanto dopo una discussione con l’incolpevole capotreno, per i quattro  è stato possibile salire a bordo. Il convoglio, d’altra parte, era quasi vuoto e nella carrozza coi sei ganci c’erano praticamente solo cicloturisti. 
 
Il caso, finito bene, riporta in primo piano il problema di un servizio nato solo per i pendolari e venduto però sempre più anche come turistico: sarà possibile conciliare le due esigenze? Roberto Andreatta, direttore del Servizio Trasporti pubblici della Provincia, risponde che per le soluzioni definitive passeranno anni: «Quando i Minuetto saranno obsoleti, ordineremo treni diversi. Questi non sono stati concepiti per il trasporto delle bici e, per di più, sono treni “finiti”, nel senso che non è possibile agganciare carrozze in più, come chiesto anche da Apt e Comunità di valle con una petizione».
Sulla linea ci sono 15 convogli in esercizio per 40 corse giornaliere e una media di 5.000 persone trasportate al giorno, dice il dirigente: «Alcuni di questi treni viaggiano in doppia composizione, ma se li volessimo far circolare tutti così, dunque con scompartimento garantito per i cicloturisti, dovremmo ordinarne altri 15 spendendo 75 milioni di euro».
 
Ma non è pensabile allestire solo qualche Minuetto coi 32 posti bici, da aprile a fine ottobre, negli orari in cui i pendolari sono pochi? «No - risponde Andreatta - perché nell’ambito delle corse giornaliere incrocerebbero comunque fasce di grande affollamento». La soluzione tecnicamente possibile, per ora, è dunque solo un «correttivo minimale» come quello dei sei posti per ogni treno: «Avevamo chiesto  l’autorizzazione a mettere 8 ganci, ma l’autorità per la sicurezza dei trasporti ne ha concessi solo 6. Sui sette treni in gestione diretta a Trentino Trasporti, il lavoro è stato finito entro il 12 settembre come richiesto, mentre Trenitalia ha sistemato sei treni e gliene mancano due. Entro il 26 settembre sarà tutto completato e poi partiremo subito col sistema di prenotazione obbligatoria del posto entro il giorno precedente il viaggio. È già stato predisposto un Call center, per questo, da Trentino Trasporti Esercizio».
 
Dunque, dopo il 26 settembre, il passaggio sul treno con bici al seguito sarà possibile solo avendo prenotato: ma cosa accadrà in caso di guasti meccanici o problemi fisici? I ciclisti che perderanno il treno prenotato potranno salire lo stesso su un altro? Insomma, si userà il buon senso? «Il buon senso serve sempre: già ora, se ci sono persone in difficoltà, devono poter salire. Ma in prospettiva, visto che per una soluzione ottimale dovremo attendere la sostituzione dei treni in esercizio, sarebbe meglio che Apt, albergatori e gestori di campeggi si mettessero in rete e affidassero a privati un sistema di trasporto aggiuntivo a quello pubblico». 

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