Valsugana, inquinamento
Segnalazione al Noe: colibatteri fuori leggeolpito il vigneto di Tavernaro del presidente della Cantina Le Meridiane
«Le fognature di un intero paese, Torcegno (700 abitanti che diventano 1.200 nei mesi estivi), vengono raccolte in una vasca Imhoff che fa defluire i liquami nel torrente Ceggio, ridotto ad una fogna a cielo aperto. E non certo per colpa degli abitanti del paese, ma di un’amministrazione provinciale che ha tollerato e continua a tollerare una situazione di estrema gravità». Questa la denuncia trasmessa al Noe, supportata da analisi fatte eseguire da un laboratorio specializzato, sostenuta dai consiglieri provinciali Claudio Cia (Agire), Manuela Bottamedi (ex Patt) e Maurizio Fugatti (Lega).
«Siamo intervenuti su segnalazione di alcuni cittadini e pescatori molto allarmati - ha spiegato Cia in un incontro con la stampa -, io personalmente ho effettuato i prelievi e ho potuto rendermi conto immediatamente della contaminazione, per via dei fanghi presenti nell’acqua e dell’odore insopportabile. I campioni sono stati fatti analizzare a nostre spese, con risultati inequivocabili». A valle dello scarico è stata accertata la presenza di «Escherichia coli» (contaminazione fecale) in ben 250 mila Ufc (unità formanti colonie) su 100 ml, quando la normativa provinciale ne ammette 2 mila, mentre la letteratura internazionale consiglia per gli scarichi in acque superficiali un limite non superiore a 5 mila Ufc su 100 ml. «Un altro indicatore - ha continuato Cia - conferma la grave situazione di inquinamento: l’azoto ammoniacale (che esercita un’azione tossica nell’acqua) a 31,7 mg per litro, quando il limite è di 3 mg. A fronte di questi dati non può stupire se in quel tratto di torrente non c’è vita».
Cia ha parlato apertamente di «emergenza ambientale» e ha attaccato l’assessore Daldoss che sta girando la Valsugana per decidere come spendere i 3 milioni del Fondo strategico di Comunità: «L’assessore non ha bisogno di inventarsi niente, tanto meno questi “world café” che sono solo marketing elettorale: con quei soldi c’è da collegare Torcegno al collettore della Valsugana, anche perché i residenti pagano una tariffa per lo smaltimento che è cinque volte quella dovuta da chi è collegato alla fognatura».
Manuela Bottamedi ha ricordato l’analogo caso di Pergolese (400 abitanti), oggi frazione di Madruzzo: «Nel 2010 i soldi del Fut dovevano servire prioritariamente per fognature e acquedotti, invece si è preferito fare l’ennesima caserma dei pompieri e per la fognatura non si è visto niente». Tornando a Torcegno la stoccata finale è stata di Fugatti: «Siamo in Valsugana e forse non è un caso. Anche per questo abbiamo preferito rivolgerci ad un organo dello Stato (Noe) perché molto spesso i controlli ambientali in questa valle sono assistiti da una certa vicinanza alla politica».