Jolanda Zortea ha 104 anni Ora mette in mostra i suoi quadri
Nella sua borsa porta sempre con sé un paio di blocchi da disegno e i fedeli carboncini. Fin dai tempi delle elementari.
Ancora oggi Jolanda Zortea, il 22 luglio ha tagliato il traguardo dei 104 anni, non perde l’occasione per ritrarre uno scorcio e fissare sensazioni sulla carta. La sua mano è ancora ferma.
Oggi come ieri, quando, nei suoi disegni ha immortalato paesaggi ed angoli caratteristici di Borgo, il suo paese natale, e Zortea, nel Vanoi, località che ha dato i natali al papà Giovanni, violinista per diletto, insegnante elementare e direttore didattico a Borgo. Da oggi al 29 ottobre lo Spazio Klien di Borgo ospiterà i suoi quadri più belli.
«Oltre il secolo (di vita) - L’inesauribile amore per l’arte di Jolanda Zortea» è il titolo della mostra che verrà inaugurata alle 17.30. Da qualche anno è ospite della casa di riposo di Borgo, paese dove è nata nel 1913. A cinque anni era sfollata in Italia, ad Ascoli Piceno, da dove è rientrata portando con sé le prime matite colorate.
Fin da piccola ha mostrato grande passione per il disegno e per gli acquerelli, una abilità non apprezzata dal padre che cercava di spingerla verso lavori più domestici e femminili. Ma ad aprirle definitivamente la strada verso la pittura sarà, qualche anno più tardi, don Cesare Refatti.
Figlia di Giovanni Zortea e Albina Toss, Jolanda cresce con altre due sorelle (Cornelia e Maria) ed altrettanti fratelli (Mario ed Ernestino). Ma quando Jolanda incontra don Cesare Refatti, sacerdote dal grande carisma, innamorato della montagna e per l’arte in generale, la pittura entra prepotentemente nella sua vita. Don Cesare, un grande educatore, alpinista, fotografo, pittore, scenografo: il suo era un talento vivo e versatile, in grado di riconoscere perfettamente anche quello degli altri. Fra i dodici e i quattordici anni Jolanda inizia a frequentare lo studio del prelato. Qualche tempo dopo ottiene i suoi primi, costosi colori ad olio.
Nel 1935 le venne commissionato un quadro di Sant’ Antonio Abate per la chiesa di Ospedaletto, dipinge quadri di soggetti religioso anche per la chiesa dei francescani di Borgo ed un suo dipinto finisce addirittura in una missione francescana in Cina.
Gli anni passano, la vita in Valsugana non è facile. Dopo la prematura scomparsa del fratello Ernestino, nel 1951 muore la mamma ed è Jolanda a prendersi carico della famiglia. Si occupa dal papà, che nel frattempo si dedica alle opere umanitarie della San Vincenzo di Borgo e dei tanti nipotini. Poi, negli anni Sessanta, finalmente Jolanda può tornare a dipingere.
Nubile, è profondamente legata alla pittura tanto da poter essere definita anche la «signora del colore». Autodidatta, nei suoi dipinti soprattutto ritratti e paesaggi. Dai numerosi viaggi in Europa ha sempre riportato ricordi e schizzi, trasformandoli in quadri di viva immediatezza. Nel 1975 la sua prima mostra, a Borgo. Poi Jolanda espone a Levico, a Trento, a Scurelle e a Zortea, l’ultima mostra a quasi cento anni. Jolanda Zortea, una pittrice che sarebbe potuta arrivare molto più in alto se educazione paterna e i casi della vita non l’avessero frenata. Davvero un gran peccato, non solo per lei ma anche per la pittura trentina. La mostra allo Spazio Klien di Borgo resterà aperta fino a domenica 29 ottobre, visitabile dal martedì al sabato dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 19, la domenica solo al mattino.
Jolanda Zortea, la signora del colore. A chi cerca di carpirle il segreto della sua lunga vita ecco la risposta: «eh.. l’e’ per grazia de quel de sora?»