Addio a Ettore Tomasi, ultimo reduce di Valsugana
La comunità ha tributato ieri l’ultimo saluto a Ettore Tomasi, classe 1920, stringendosi a fianco dei figli Alessandra e Renato, entrambi residenti in paese. Un uomo che ha una lunga storia, alle spalle, narrata su queste pagine a giugno: a diciannove anni era stato chiamato alle armi, per essere spedito al fronte, prima nei Balcani, poi nell’Africa del Nord, come geniere: sempre una sigaretta accesa in bocca, per appiccare nel deserto le micce delle mine anticarro, dato che lui non era in prima linea, ma ancora più avanti.
Nella zona di Tobruck viene catturato dagli inglesi, e conclude il suo impegno militare come prigioniero, prima in Scozia, poi vicino a Londra, per rientrare in patria dopo sette anni di assenza.
Alla partenza aveva una fidanzata: dato cos’è il fronte, l’aveva «liberata» da ogni impegno, ma lei - scrivendo segretamente poesie, scoperte e pubblicate solo dopo la sua morte - lo aveva atteso. Così al rientro riabbraccia la «sua» Anna Tosi, bella ragazza che sposa, nascono i due figli (Alessandra e Renato), una vita un po’ girovaga dato che lui è disegnatore per le ferrovie, impegno che lo porta a Roma, a Verona, in altri centri.
Un amico di guerra però c’è, ed è Alberto Chini di Vervò, classe 1907, stesso battaglione; un’amicizia che si rinsalda anno dopo anno, con frequenti visite in Val di Non, tanto che, raggiunta l’età pensionabile, Ettore Tomasi vi si trasferisce, così come vi prendono dimora i due figli.
In paese Ettore è conosciuto e stimato; cura il suo orto e, fino a un paio d’anni fa, disegna, qualche quadro, e decorazioni di biglietti d’auguri (Natale, Pasqua, compleanni e quant’altro), mentre dopo la scomparsa di sua moglie Anna (nel 1980) vengono scoperte le poesie che lei scriveva di notte, senza che nessuno lo sapesse, conservate con cura e lasciate ? come da lei scritto - «Al mio Ettore, ai miei bambini, a tutti coloro che mi amano, dedico i miei sogni, le gioie, i dolori». Poesie d’amore per il suo fidanzato al fronte, per i figli, per la natura, di cui è stata curata recentemente la pubblicazione.
Ettore Tomasi, geometra, è stato un personaggio, con tante esperienze nella guerra di cui non parlava volentieri, ed incarichi lavorativi importanti, disegnando stazioni ferroviarie (tra cui quella di Mezzocorona), per concludere i suoi anni in autonomia, nella sua casa di Vervò dove curava con passione il suo ordinatissimo orto, fino a poco tempo fa, quando per gli acciacchi da quasi centenario è stato accolto nella vicina casa della figlia Alessandra. Con lui scompare un frammento di storia, che viene comunque gelosamente custodita dai figli e da quanti lo hanno conosciuto e stimato.