Le fotografie di Giuliano Cappello ispirate alle opere d'arte
L’idea è nata così, per caso. Perché non rivisitare alcuni capolavori dell’arte del passato con riproduzioni fotografiche che ne richiamano la struttura e l’essenza, passando per il filtro dello sguardo contemporaneo? Dopo una serie di esperimenti, prove fatte per usare al meglio la luce. E da cosa è nata cosa. Il progetto porta la firma di Giuliano Cappello, 43enne di Borgo che da circa 15 anni si occupa di fotografia. Alle spalle una decina di esposizioni a Trento, Borgo e Roncegno, anche due pubblicazioni. “Ieratika” è il nome del progetto. «Mi sono ispirato a quei sguardi fieri, severi che si trovano in tanti dipinti, anche in alcune opere come quelle di Mosè. Per l’appunto sguardi ieratici. Ne stavo parlando mesi fa con l’amico Dido Fontana - ci racconta - ed improvvisamente mi si è accesa una lampadina. Perché non lasciarmi ispirare dalla luce e riprodurre la stessa utilizzando quadri ed opere dei più famosi artisti e scultori?». La luce lo ha ispirato nella selezione delle opere da riprodurre. Sono in tutto una quindicina, con Cappello che si è concentrato anche sulla perfetta riproduzione della posa e il taglio in generale. «Ho iniziato titubante ma poi, piano piano, l’entusiasmo ha preso il sopravvento. Con mia grande sorpresa - prosegue Giuliano cappello - ho scoperto come molti capolavori erano stati creati utilizzando degli effetti ottici straordinari». Il risultato del suo lavoro? Come scrive Laura Rabottini «sono copie personali di storiche opere d’arte in cui il tempo risulta alterato completamente. “Amor vincit Omnia” del Caravaggio non ritrae più un bambino capriccioso, ma un adulto che ne conserva l’irriverenza, lo stesso messaggio di sfida a tutte quelle attività dell’uomo che osano competere con la forza distruttrice dell’amore». Tra gli artisti scelti da Cappello non c’è solo Caravaggio. Spazio anche ad Artemisia Gentileschi, Rembrandt, Rubens e Tiziano. «Con un linguaggio diverso, Cappello riproduce pure la scultura - prosegue Laura Rabottini - muovendosi fra l’arte classica, o per meglio dire ellenistica, e il neoclassicismo. Troviamo Canova, Donatello e il celebre Laoconte, opera greca del periodo ellenistico, diventata moderna nel Cinquecento quando ha ispirato la nascita del Manierismo con Michelangelo». Finora ha realizzato una serie di 15 foto, tutte 50 per 50. Nelle prossime settimane ci sarà il debutto, una prima esposizione presso la galleria Bootique di Trento. Ma Cappello non vuole fermarsi di certo qui ed il progetto Ieratika, a breve, potrebbe venire presentato anche in altre località, sia trentine che fuori regione. «La serie di Giuliano Cappello - conclude Laura Rabottini - contiene molti altri esperimenti dal tono simile, esercizi di stile sulla bellezza che si rivela grazie alla luce. La potenza e il fascino senza tempo dell’arte storicizzata, quella dei capolavori, sono il carburante di un percorso che tocca il suo vertice quando la forma del passato inizia a parlare una lingua contemporanea. Perché la magia di quello che contengono descrive l’essenza dell’uomo, da sempre».