Lago di Caldonazzo: le spiagge sono finite sott'acqua
Cala la pioggia, ma in Valsugana non si abbassa il livello di allerta legato al prolungato passaggio dell’ondata di maltempo.
Il terreno già carico d’acqua ormai non assorbe più la pioggia e questo, oltre a causare un innalzamento del livello idrometrico del lago, costantemente monitorato dai tecnici provinciali, sta causando parecchi smottamenti.
Uno, in particolare, di cospicue dimensioni, si è staccato lungo la strada che porta a Maso Sercer, piccolo agglomerato di case sulla montagna di Castagnè San Vito. Qui, come segnalato anche dai residenti costretti a lasciare le loro auto sulla strada comunale che sale da Susà, il problema è noto ma negli anni non si è pensato a risolverlo: le acque di scolo della strada soprastante non sono canalizzate e, penetrando nel terreno, escono copiose dal muro che regge la strada al di sopra, finendo poi nel bosco, a valle della strada di accesso al maso. La grande quantità di precipitazioni cadute in questi ultimi giorni ha fatto sì che l’acqua erodesse a tal punto il terreno che, muovendosi verso valle, ha trascinato con sé anche gran parte della strada. I residenti ora sono per l’appunto costretti a lasciare le auto distanti da casa, con la speranza che non vi siano emergenze particolari.
L’acqua che sfrutta ogni valletta per scendere a valle ha eroso in più punti anche il sentiero che, sotto il colle di Tenna, corre lungo il lago di Levico: per sicurezza il sentiero ora è chiuso: troppo rischioso avventurarvisi.
Osservato speciale, con qualche apprensione, anche il lago di Caldonazzo, che in breve tempo si è innalzato di più di un metro rispetto al consueto livello: tutti i pontili costruiti sulle sue rive sono sommersi. Le spiagge sono state «mangiate» dall’acqua, creando paesaggi certamente suggestivi ma che al tempo stesso non possono che preoccupare.
A San Cristoforo, per esempio, là dove durante d’estate ci sono asciugamani, turisti, bambini che giocano ed i parchi giochi, ora c’è solo acqua, con le anatre a gironzolare.
Sott’acqua anche le antiche darsene dei pescatori, sotto l’antica chiesetta di San Cristoforo: in quel punto manca davvero poco perché l’acqua invada la strada.