Rudy, il pompiere del Primiero trasferito in Australia: ora lotta contro gli immensi roghi
Il fuoco che sta divorando l’Australia sembra proprio non volersi fermare anche se i media internazionali ne stanno parlando poco negli ultimi giorni. La terra dei canguri brucia da settembre, sotto i duri colpi degli incendi sparsi in alcune zone del vasto territorio nazionale. Se non è l’inferno questo, cos’altro? Se prendiamo in mano un mappamondo, noteremo come quella terra sia all’estremo opposto rispetto a casa nostra. Se scopriamo però che un nostro conterraneo sta lottando contro la forza dirompente delle fiamme, forse l’Australia ci sembra un po’ più vicina. Rudy Franceschinel ha 28 anni e proviene da Siror. Da quattro vive a Myponga, paese poco distante da Adelaide, nello stato del South Australia. Partito dal piccolo paese primieretto con la voglia di conoscere il mondo e fare nuove esperienze. Conosce il mestiere di cuoco e come tale arriva nel continente australe.
Per un periodo è alle prese con ricette e padelle fino a quando conosce una ragazza. Scocca l’amore e anche il cambio di lavoro. Lasciato il grembiule va a lavorare nella fattoria della sua ragazza. Un anno fa è entrato nel corpo dei vigili del fuoco, esaudendo un desiderio a cui pensava da tempo. Una passione, quella del vigile che covava da tempo anche per restituire qualcosa alla comunità che lo aveva accolto. Ecco allora i piccoli interventi di routine che ogni vigile del fuoco svolge fino a quando scatta l’Apocalisse. Ora da combattere c’è un mostro che tra le sue fauci ha mangiato finora 28 persone e un numero incalcolabile di animali, bruciando con la sua lingua di fuoco più di dieci milioni di ettari: facendo un rapido calcolo, un territorio della stessa area del nord Italia, dall’Emilia Romagna in su. «La scorsa settimana sono stato cinque giorni a Kangaroo Island, poco distante da dove abito, e ci tornerò la prossima settimana - racconta Rudy - È un’isola magnifica, molto grande, selvaggia, protetta da riserve naturali. In due giorni è bruciato un terzo della sua superficie. Lì ho lavorato un anno, in un resort di lusso considerato tra i migliori al mondo, che ora non c’è più. Ho voluto assolutamente dare una mano perché conosco molte persone che abitano nell’isola. Nelle scorse settimane sono stato impegnato anche sulle colline di Adelaide, dove c’è stato un grande incendio che ha distrutto settanta case e ucciso una persona. Ogni giorno arrivano messaggi che chiedono aiuto, io cerco di farmi trovare sempre pronto». Rudy ci spiega che gli incendi sono di due tipi. Il grass fire (letteralmente «fuoco d’erba») è più facile da fermare: i camion dei pompieri guidano sopra i prati incendiati e sparano l’acqua per spegnere le fiamme. Quello che sta maggiormente mettendo in ginocchio il paese è il bush fire («incendio delle foreste»), impossibile da spegnere con l’acqua. In quest’ultimo gli elicotteri e gli aeroplani gettano dall’alto il ritardante, ma per fermare il fuoco si cerca una zona dove scavare una linea di contenimento per circoscrivere l’incendio ed evitare che si propaghi.
Altra tecnica utilizzata è quella del back burning, un incendio acceso volontariamente per contrastare quello che c’è già. A volte queste soluzioni funzionano, altre no. «Tutti questi incendi si verificano per via delle temperature altissime e del forte vento. I temporali secchi, con fulmini senza pioggia, trovano nel secco terreno la fertilità per propagarsi. Ci sono zone, qui, dove non piove da molti anni. Le raffiche di vento, poi, causano il crollo delle linee dell’elettricità che, cadendo sugli alberi, accendono le fiamme. Solo una piccolissima parte degli incendi è stata invece attribuita all’uomo. A differenza di quanto affermato dal primo ministro australiano Scott Morrison, molto contestato nel paese, i climatologi hanno detto che il cambiamento climatico ha contribuito ad aumentare gli incendi». Come Rudy tante altre persone in queste settimane stanno rischiando la vita per cercare di mettere fine all’inferno. Gli aiuti giungono un po’ da tutte le parti, e la nazione mostra la sua grande anima solidale. «L’Australia in questi mesi si sta dimostrando una magnifica comunità, si fa a gara tra chi dona e aiuta di più, istituzioni comprese. La mia compagnia telefonica, ad esempio, regala chiamate e internet gratis a tutti i volontari, mentre la compagnia elettrica fa un grande sconto sulla bolletta a chi è impegnato in mezzo alle fiamme».
Da Primiero sono giunti a Rudy messaggi di vicinanza ed esortazioni a fare attenzione al pericolo. La divisa da pompiere è già pronta per essere indossata di nuovo, l’inferno è dietro l’angolo.