Ferrovia della Valsugana elettrificata: Borgo dice sì, ma preoccupa l'aspetto paesaggistico (e lo stop ai treni)
Il Comune elenca i dubbi: un lungo stop alla linea con necessari autobus sostitutivi, un forte impatto visivo dei tralicci. E chiede che venga interrato il tratto urbano oggi in trincea: «facciamone parcheggi»
BORGO VALSUGANA. Il parere è favorevole, con osservazioni, alcune delle quali decisamente corpose e davvero sostanziose. Mittente il sindaco di Borgo Enrico Galvan. Destinatari i Ministeri della Transizione Ecologica, della Cultura e l'Appa della Provincia di Trento. Oggetto: il progetto di fattibilità tecnico economica, redatto dalla Società Rfi spa, del primo lotto dell'elettrificazione della ferrovia della Valsugana nella tratta tra Trento e Borgo Valsugana.
La lettera è stata spedita nei giorni scorsi «auspicando una approfondita valutazione delle nuove tecnologie che riguardano i treni di ultima generazione e che potrebbero permettere - ricorda il primo cittadino e presidente della Comunità di Valle - di ridurre la lunghezza prevista dei tratti elettrificati riducendo complessivamente l'impatto paesaggistico che quest'opera potrà portare sul territorio».
Galvan va decisamente oltre, chiedendo a Rete Ferroviaria Italiana e a tutti i destinatari della sua missiva «che gli interventi e l'investimento sui nuovi mezzi abbiano un importante riflesso sul miglioramento dei tempi di percorrenza. Per quanto riguarda la durata dei lavori sulla linea, è preferibile una tempistica leggermente più lunga in grado di mantenere una fruibilità della tratta senza uno spostamento totale di servizi su gomma sostitutivi».
Il sindaco di Borgo fa anche delle proposte, in merito agli interventi previsti sul territorio comunale. «Per quanto riguarda l'area di cantiere identificata come CB.03 ricorda come si tratta di una zona agricola vicina al centro di protezione civile e al centro sportivo con una interferenza importante dal punto di vista viabilistico e paesaggistico. Sarebbe preferibile che la stessa venisse contestualizzata in un'area in zona artigianale e/o industriale».
Galvan propone di mettere in campo «nel tratto prospiciente lo stabilimento delle Acciaierie Venete una soluzione di inserimento paesaggistico con un mascheramento della struttura sul lato ferrovia e di abbassare l'altezza del ponte-cavalcavia di via Gozzer, realizzato prima dell'abbassamento del piano della ferrovia con una curvatura che ora risulta sovradimensionata, inutile ed impattante».
Ma non è finita. Enrico Galvan chiede di coprire il tratto della ferrovia oggi presente in trincea nel centro abitato. La zona interessata è quella compresa tra i ponti in via Giamaolle e via per Olle e tra il ponte di via Per Olle con via Gozzer. «In questo modo - si legge nella nota - si potrebbe pensare ad un recupero urbanistico complessivo della zona, previsione in parte inserita nel nostro Piano Regolatore Generale».
Per farne cosa? Nuovi posti auto, in primis, a servizio dei residenti e del centro storico. Una ultima considerazione. «Per la SSE a Borgo centro - conclude il sindaco di Borgo - chiediamo di ridurre i volumi previsti delle nuove costruzioni con l'eventuale recupero degli edifici esistenti ed una complessiva valutazione architettonica di tutti i volumi che rendano la zona, l'ingresso principale del nostro paese, urbanisticamente omogenea, valorizzata e non ulteriormente penalizzata dalle opere previste».