Dolcinella, maestra cioccolatiera dopo l'addio alla facoltà di ingegneria: «Mi piace inventare proposte diverse»
Greta Ruaro, feltrina di nascita e ora residente a Transacqua, ha aperto il suo laboratorio artigianale di sfiziosità tra l'artistico e il tradizionale in una secentesca dimora rurale. Era tra le dieci finaliste del premio Strike 2022, presentata sabato scorso a Rovereto
PRIMIERO. Greta Ruaro, in arte Dolcinella, è una maestra cioccolatiera, feltrina di nascita, primierotta col matrimonio, che a Transacqua, in una secentesca dimora rurale, ha aperto il suo laboratorio artigianale di sfiziosità tra l'artistico e il tradizionale.
La storia di questa giovane donna era tra le dieci finaliste del premio Strike 2022, presentata sabato a Rovereto.
La caratterizza uno spirito collaborativo forte e sentito, a cui lavora quotidianamente con un sacco di idee in cantiere per creare "rete".
Ha cominciato a livello locale e non si fermerà. Lo si capisce dalla prima risposta che ci vuole dare: «Essere entrata nella rosa dei finalisti di Strike mi ha permesso di incontrare altre realtà che hanno raggiunto un certo livello di apprezzamento e poter ora creare una rete ulteriore di conoscenze. Questo mi appaga molto», ci racconta entusiasta.
La sua è una storia di rinascita: ha avuto la forza di abbandonare gli studi di ingegneria, capendo che quella non era la sua strada e, nell'anno sabbatico che si è presa, ha analizzato cosa fare del suo futuro: orefice o cioccolatiera? La scelta è caduta sulla seconda: si è formata seguendo l'Accademia dei Cioccolatieri bellunese, vari corsi tra cui uno con un maestro olandese, si è creata una fitta maglia di collaborazioni con produttori locali, inventa cioccolato eccellente ricoperto di mais, segale, mele, fragole, salvia e menta di produzione locale: «Ho molto interesse nel collaborare, e uso questo termine al posto di acquistare, perché è il mio modo di mostrare alle persone che visitano il mio laboratorio che Primiero è in grado di fornirci cibo buono, giusto e di alta qualità».
Ma non crea solo dal cacao: «Ora sto lavorando la frutta e nello specifico le mele per fare le caramelle di mela cotogna, poi il croccante e anche le meringhe per il Caseificio, un'altra realtà con cui si è creata una proficua collaborazione».
Se le si chiede se sia stato facile cominciare la sua nuova attività, risponde di no: «La burocrazia mi ha rallentata molto, per cui da quando ho aperto la partita iva nel 2018 all'inaugurazione, è passato più di un anno. Poi il mal di schiena mi ha fermata per mesi, la pandemia ha frenato l'attività, ma ora eccomi qui».
E ribadisce che l'unione fa la forza: «Il bello della cioccolateria è inventare delle declinazioni diverse con cui proporre il cioccolato e per far ciò, è indispensabile non rimanere chiusi in se stessi, ma guardare agli altri in modo non competitivo bensì collaborativo per riuscire ad instaurare un dialogo con realtà anche molto diverse che ti possano dare spunti e che qui non esistono». Porta l'esempio del cioccolato olografico, in cui emerge la sua mente ingegneristica: «Si sfruttano le proprietà fisiche delle superfici, trasferendo sulla tavoletta a livello microscopico un'immagine olografica per cui si ha un effetto di colore su un cioccolato che non ha colore».
Greta Ruaro sta "ragionando", come dice lei, ad un progetto di coworking particolare, «più sfruttato all'estero che in Italia»: non quello che condivide postazioni tecnologiche, ma una cucina: «È un po' più complicato del coworking classico, ho trovato due possibilità ma è ancora in nuce, è una nuova idea imprenditoriale, però diamo tempo al tempo...».Intanto pensa a Strike. In palio, c'erano tre premi da mille euro e un premio del pubblico da 500 euro: «Incoraggia le realtà emergenti non solo in ambito imprenditoriale, ma in qualsiasi ambito. Quest'anno ci sono stati numerosi partecipanti, per candidarsi è stato necessario inviare un video di 5 minuti nel quale ci si raccontava. Per me è stata una sorpresa magnifica essere selezionata tra i finalisti provenienti da Trentino, Alto Adige, Veneto e Lombardia.
Nel video non ho portato solo il mio progetto "Dolcinella", piuttosto il mio progetto di vita, vale a dire essere riuscita a superare un momento di grave crisi quando ho mollato l'università. Adesso lo racconto serenamente, però è stato un brutto momento. Raccontare come ho trovato in me i meccanismi non soltanto per rimettermi in piedi, ma anche per cominciare a correre, spero sia di aiuto per chi vive situazioni difficili».