La «Toreséla» di Levico diventerà un Belvedere per tutta la comunità
Il vicesindaco Arcais: «Le visite inizieranno al termine dei lavori di manutenzione». L’accordo con i proprietari Alessandro, Marialisa e Rossella Negriolli varrà fino a marzo 2026. Risale alla prima metà dell’Ottocento: il podestà Emilio degli Avancini voleva farne un osservatorio astronomico
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LEVICO. La giunta comunale di Levico, nella sua ultima seduta, ha deliberato di sottoscrivere una convenzione con i proprietari della torre Belvedere e dell'attiguo parco, per garantire la pubblica fruizione di questo caratteristico angolo di cittadina termale.
La torre fu interessata da importanti e radicali lavori di restauro e recupero nei primi anni del 2010, e si conclusero nel 2014: a causa dell'esposizione agli agenti atmosferici e dell'umidità, versava allora in condizioni molto precarie; nel 2018 altri interventi consolidarono l'apparato lapideo. Solo sul finire del 2019 la torre fu finalmente aperta al pubblico sotto la gestione dell'associazione Forte delle Benne: poco dopo però il Covid e la pandemia complicarono molto le cose, e l'accesso e le visite (possibili comunque solo con guida ed a numero ridotto per la particolare conformazione della torre stessa) fu prima interrotto e poi ripreso solo per brevi periodi, sempre su prenotazione all'Apt Valsugana.
Anche il Fai, Fondo ambiente italiano, "adottò" la torre vista la sua particolarità. Ora, con la convenzione sottoscritta, l'amministrazione comunale intende garantire una più ampia fruibilità di questo simbolo del panorama di Levico: i proprietari della "toresela" Alessandro Negriolli, Marialisa Negriolli e Rossella Negriolli si accorderanno con il Comune per la fruizione pubblica secondo quanto disposto ancora nel 2009 da parte della Provincia, che poneva dei vincoli alle visite (da maggio a settembre, il sabato, dalle 18 alle 19, o eccezionalmente in altre giornate per un massimo di 5, e massimo 7 accessi contemporanei oltre alla guida).
La convenzione varrà fino al 31 gennaio 2026. Sarà compito del Comune di Levico gestire gli accessi all'immobile (anche a mezzo di terze persone), assumendo anche a proprio carico la manutenzione ordinaria della torre (come ad esempio il controllo degli intonaci e la verifica dei punti più soggetti a degrado, dei serramenti, dell'umidità di risalita, della copertura), per un massimo di spesa di 1.500 euro.
Impossibile però, al momento, poter dire quando la torre tornerà visitabile nuovamente grazie a questa convenzione: «Le visite riprenderanno - spiega il vicesindaco Patrick Arcais - non appena saranno eseguiti alcuni lavori di manutenzione ordinaria dei quali ci facciamo carico. Ci sono delle tempistiche tecnico-burocratiche anche della Soprintendenza per cui, al momento, non si può dire con certezza quando la torre Belvedere potrà riaprire». La torre Belvedere, o per i levicensi la "toresela", sorge in prossimità dell'incrocio tra via Caproni e viale Roma e risale alla prima metà dell'Ottocento: fu voluta da Emilio degli Avancini, podestà di allora e di nobile famiglia che ne voleva fare un osservatorio astronomico.
È alta 18 metri, di pianta ottagonale, e la scala in pietra esterna conta 95 gradini. Affrescata con particolari motivi all'esterno (comprese le monofore), mentre all'interno ci sono affreschi molto vari, che rendono l'ambiente quasi esotico con cavallucci marini, un cavallo arabo ed un pappagallo.Nella medesima seduta, la giunta comunale ha deliberato un atto di indirizzo per la gestione coordinata delle visite guidate e la promozione di iniziative di siti di interesse storico-culturale nei territori di Levico e Vignola Falesina, per il prossimo triennio: le due amministrazioni comunali, in questo modo, unificheranno la promozione, l'offerta e la gestione delle visite principalmente alle fortificazioni austroungariche (forte Colle delle Benne e forte Busa Grande).