Levico / Il caso

Un mese ai domiciliari, ieri la revoca per Tommaso Acler

Il consigliere comunale nel paese della Valsugana risulta indagato in un procedimento per maltrattamenti nei riguardi di una donna. La misura cautelare era scattata il 13 dicembre scorso, aggravando un precedente provvedimento dell'autorità giudiziaria

di Francesca Cristoforetti e Luigi Oss Papot

LEVICO TERME - Dopo più di un mese agli arresti domiciliari (scattati il 13 dicembre 2024), il provvedimento nei confronti del consigliere comunale di Levico Terme Tommaso Acler, emesso nell'ambito di un indagine per maltrattamenti contro una donna, è stato revocato dal tribunale del capoluogo. E ad essere precisi, la revoca è arrivata proprio ieri mattina, 18 gennaio, quasi in concomitanza con la diffusione della notizia del suo arresto data su l'Adige di ieri.

Il rappresentante della lista civica Impegno per Levico ed ex candidato sindaco alle elezioni del 2019 per il centrodestra risulta quindi, ancora oggi, coinvolto in un procedimento penale a suo carico: sarà compito della procura e dei giudici decidere quali saranno i prossimi sviluppi in ambito giudiziario.

Per fare chiarezza, va detto che la misura cautelare era stata emessa alla fine dello scorso anno a seguito di un aggravamento di un precedente provvedimento, un divieto di avvicinamento alla parte offesa per tutelare la sua incolumità. Non avendo rispettato tale ordinanza, per Acler il giudice per le indagini preliminari ha quindi disposto i domiciliari, aggravando di fatto la prima misura.

All'indagato è stato comunque concesso di potersi recare al lavoro.

È notizia di ieri mattina quindi dell'ultima decisione presa dal tribunale che ha scelto di revocare il provvedimento, in quanto la vittima non si troverebbe più sul territorio nazionale. Di conseguenza dunque non sussisterebbero più le condizioni.

Nel frattempo la difesa, rappresentata dall'avvocato Remo Francesco Libardi (anche lui consigliere della civica già menzionata), si barrica nel silenzio.

Nessun commento nemmeno dal sindaco del comune dell'Alta Valsugana Gianni Beretta, il quale preferisce non proferire parola sulla questione.

Dall'aula del consiglio comunale però, non sono mancati i primi malumori.

È amareggiato il consigliere comunale Maurizio Dal Bianco del Movimento 5 Stelle, dopo che ieri è stata resa nota la notizia. Amareggiato, si potrebbe dire, ma non più di tanto sorpreso:

«Era nell'aria da un po' - ricorda - questa notizia. Ma non è bello che dall'amministrazione comunale, dal sindaco, ai consiglieri comunali non sia stato comunicato nulla. Acler era da un po' che non partecipava alle riunioni del consiglio, ma nemmeno privatamente siamo stati informati delle motivazioni. È triste, molto triste, tutta questa vicenda».

Se è presto, al momento, anche solo ipotizzare se questi fatti giudiziari avranno ripercussioni sulle ormai prossime elezioni comunali, alle quali il primo cittadino Beretta sembra intenzionato a ricandidarsi, Dal Bianco dal canto suo considera finita la sua esperienza amministrativa: «Non mi candiderò più - conclude - perché il mio, come si dice, ho tentato di farlo. Ma a Levico sembra di andare sempre contro ad un muro di gomma: alla gente interessa la tranquillità, piuttosto che affrontare i problemi».

comments powered by Disqus