Massimo Oss: dai camping al progetto per valorizzare le Terme di Levico e Vetriolo
Dal 1° marzo le "chiavi" andranno all’imprenditore: «Per ora sono solo, ma resto aperto a chi condivide questa visione. Servono degli investimenti». La vendita del ramo campeggi: «Scelta ragionata Ho subito chiesto garanzie per personale e gestori dei due ristoranti. Il Club Sole pronto a investimenti milionari»
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LEVICO - Le chiavi delle Terme di Levico e Vetriolo, dal 1° marzo, saranno ufficialmente nelle mani di Massimo Oss. A definire le tappe di questo passaggio di consegne con Levico Terme spa, che ha accolto la proposta di affitto avanzata dall'ex presidente dell'Apt Valsugana (l'Adige di domenica), è lo stesso imprenditore, che sta ultimando la costituzione della società Terme Levico Vetriolo srl: «C'è stato il via libera del cda e dell'assemblea e, non avendo la certezza di una assegnazione, era inutile che io costituissi la società: sarà definita la settimana prossima. Ora abbiamo due step: la firma del preliminare e poi dell'atto definitivo di affitto».
Una partita che dovrebbe chiudersi in una decina di giorni: «Entro la metà di febbraio», assicura.In testa, però, Oss, quello che definisce il «Progetto Terme 2030», lo ha chiaro: «In questi giorni sto facendo uno fotografia della situazione, pur avendo in mente un certo di tipo di disegno. Ma sarebbe scorretto anticiparne i contenuti, non avendo ancora titolo per farlo. Il contratto prevederà l'entrata dal 1° marzo».
L'imprenditore, però, definisce la cornice nella quale è maturata la scelta di prendere le redini del complesso termale, dopo la cessione del ramo d'azienda dei campeggi al gruppo Club del Sole. «È stato un passaggio importante - spiega - perché è stata la mia vita per quarant'anni. Ma, allo stesso tempo, mi sono detto: ho creduto nella Valsugana da presidente dell'Apt, poi con i campeggi. Oggi c'è un altro passaggio della vita, che va ad abbracciare un settore - quello del termalismo e della salute - che credo possa "dare" molto alla Valsugana, per l'aspetto commerciale ma anche ai cittadini».
Ci sono altri soci? «Per ora sono da solo. Il mio slogan è: "Levico città della salute e del benessere", questo è il payoff (l'identità ndr) di tutto ciò che accompagna i miei ragionamenti. Io sono un imprenditore, faccio business, ma dall'altra trovo vi sia un tema sempre più evidente: l'invecchiamento della popolazione, che dunque ha dei bisogni. Vedo nel comparto termale, in particolare quello di Levico, la possibilità di dare un aiuto. Io vorrei soddisfare questa necessità e fare sapere che ci sono una serie di opportunità date dalla tipicità delle acque (ma Oss cita anche i numerosi specialisti presenti e la piscina per la riabilitazione motoria ndr), perché molti ancora non lo sanno, facendo qualcosa per il territorio e la popolazione».
La "gestione ponte scade" a fine anno, ma il bando della Provincia prevede la possibilità di proroga di un anno, in vista della predisposizione e aggiudicazione di quello ventennale. L'affitto, dunque, ha un orizzonte biennale. Ma Oss guarda oltre.
«Adesso bisogna gestire l'apertura, creando subito una serie di pacchetti da mettere in mano anche agli operatori, ma serve una progettualità». Che significa investimenti. «Giocoforza le Terme ne hanno bisogno e gli investimenti andranno ricalibrati sulla base delle nuove esigenze della popolazione e dei turisti, oltre che dei curisti. Dunque si parla di svariati milioni di euro».
Le porte, per chi ci crede, sono aperte: «Qui c'è un azienda che ha saputo reggere alle difficoltà, che ha potenzialità e che va valorizzata al meglio con quanti crederanno in questa visione. Non sarò certo uno "One man show", credo nel lavoro di squadra».
Quanto alla cessione dei campeggi al colosso nelle mani della famiglia Giondi, assicura: «È uno dei due player nazionali più importanti nel settore del turismo all'aria aperta, con competenze gestionali e risorse: hanno previsto investimenti milionari anche qui, che avranno potenzialmente una ricaduta per tutto il territorio. A breve inizieranno dei lavori per potenziare l'offerta di quelli che erano i nostri campeggi».
Rassicurazioni arrivano anche sul fronte occupazionale: «Due cose ho chiesto subito: salvaguardare i gestori dei nostri ristoranti storici (Darsena e Bandus) e che tutti i "ragazzi" che volessero, potessero avere garantito il lavoro. Ho potuto lavorare perché avevo una grande squadra e ho voluto salvaguardarla. Su questo ho avuto subito garanzie dall'amministratore delegato Francesco Giondi».