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«Dignità per i migranti: mai più una Lampedusa»

"Dona - ha detto papa Francesco nel messaggio natalizio 'Urbi et Orbi' - speranza e conforto ai profughi e ai rifugiati, specialmente nel Corno d'Africa e nell'est della Repubblica Democratica del Congo. Fa' che i migranti in cerca di una vita dignitosa trovino accoglienza e aiuto. Tragedie come quelle a cui abbiamo assistito quest'anno, con i numerosi morti a Lampedusa, non accadano mai più!"

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Francesco ai giovani: «Non vivacchiate»

«Non spettatori ma protagonisti» nelle «sfide» del mondo contemporaneo. Non mediocri o annoiati, non omologati. «Non si può vivere senza guardare le sfide», «non state al balcone, lottate per dignità e contro la povertà». Questo lo stile di vita che il papa latinoamericano ha proposto ai giovani, celebrando ieri nella basilica vaticana i vespri di Avvento, primo incontro con gli universitari del suo pontificato

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Il Pontefice: «Senza lavoro non c'è dignita»

Il lavoro fonte di dignità e vita, contro i gruppi di potere che disinteressandosi al bene comune hanno causato la crisi economica globale. Lavoro per tutti, ma che sia degno, non da schiavi, tuteli il riposo e il creato. Lavoro è la parola d'ordine del Papa nel suo viaggio a Cagliari, sollecitato dalla preoccupante situazione economica dell'Isola, dove l'indice di povertà relativa è doppio rispetto al dato nazionale, la metà dei giovani sono senza lavoro e le richieste di aiuto ai centri Caritas aumentano in modo esponenziale.

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In centomila a pregare con il Papa

«La guerra segna sempre una sconfitta per l'umanità», è «un fallimento», «porta solo morte» e «parla di morte». È il grido che papa Francesco ha lanciato ieri sera durante la veglia di quattro ore per la pace in Siria e in Medio Oriente, da lui indetta a piazza San Pietro. Centomila persone - secondo dati della Questura e della Prefettura vaticana - hanno pregato con lui, in una cerimonia segnata da lunghi silenzi, da letture bibliche, da canti liturgici, da litanie, in un clima di grande raccoglimento e compostezza. Niente bandiere, slogan, tifo da stadio nel crepuscolo davanti alla Basilica vaticana

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«Pronto, sono Francesco» Papa chiama uno studente

«Pronto chi parla?» «Sono Papa Francesco, diamoci del tu». Non poteva credere alle proprie orecchie Stefano Cabizza, studente in ingegneria di diciannove anni a Camin, Padova, che domenica scorsa ha ricevuto una telefonata del tutto eccezionale. Quando ha alzato la cornetta del ricevitore di casa, la voce che ha sentito dall'altra parte del filo era nientemeno che quella di papa Francesco, che si è rivolto a lui come a un «amico». «Credi che gli apostoli dessero del Lei a Gesù? - gli ha chiesto Bergoglio - O lo chiamassero Sua eccellenza? Erano amici come lo siamo adesso io e te, e io agli amici sono abituato a dare del Tu»

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Papa in Brasile: «Giovani: distruggete la violenza»

«Il Papa conta su di voi» per sradicare il male, distruggere le barriere d'egoismo e odio, edificare un mondo nuovo. Davanti a una folla impressionante e colorata di ragazzi da 190 paesi del mondo, dislocata per centinaia di metri su uno dei litorali più famosi del mondo, il Papa celebra la messa conclusiva della sua prima Gmg e suggella la sua alleanza con i giovani. In tantissimi hanno passato la notte sulla spiaggia di Copacababa dopo la veglia di sabato

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L'appello del Papa «I giovani non vanno isolati»

Non isolare i giovani. Ridare loro dignità. Combattere il rischio. in questo tempo di crisi, di avere una generazione senza lavoro. Dire no alla cultura «dello scarto», in favore di quella «dell'inclusione», che pensi all'integrazione anche degli anziani. Sono le preoccupazioni che hanno accompagnato papa Francesco in viaggio verso il Brasile per celebrare la 28ª Giornata Mondiale della Gioventù con ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo