Apss, Flor richiama i dipendenti «curiosi»

Il direttore dell'Azienda sanitaria Luciano Flor torna a richiamare tutti i dipendenti sul rispetto delle regole di privacy e sui rischi disciplinari e penali nei quali incorrono i dipendenti che senza giustificato motivo effettuano incursioni nelle cartelle cliniche di pazienti. È evidente che la cassaforte dei dati dell'Azienda sanitaria nelle quali sono contenuti tutti i problemi sanitari dei trentini fa gola non poco, a chi, magari anche a fin di bene, è curioso di sapere alcuni aspetti della salute di alcune persone

Alotti: «Basta con Flor, adesso si cambi»

«Flor ha terminato il suo mandato e con risultati non brillanti, direi che se l'assessore non ritiene che il suo lavoro sia stato all'altezza, alla scadenza farebbe bene a puntare su un direttore nuovo dell'Azienda sanitaria. Ne abbiamo già avuti abbastanza di residuati dell'impero dellaiano. Servono facce nuove». È molto duro il giudizio di  Walter Alotti , segretario generale della Uil del Trentino, nei confronti dell'operato del direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale, Luciano Flor

«Il Santa Chiara è superato ma non cade a pezzi»

«Il Santa Chiara è un ospedale sorpassato ma non certo cadente. La sua struttura - ha detto il direttore dell’Azienda Luciano Flor - anche se ha avuto ed ha una  manutenzione continua, ha caratteristiche per le quali renderlo funzionale è quasi impossibile. E’ una struttura di 110 mila metri quadri di 40 – 50 anni (e molti ospedali di questa generazione sono in via di dismissione) che non ha più un suo baricentro per l’organizzazione delle attività»

l'Adige

«Ospedale Santa Chiara ormai a fine corsa»

«La casa non sta bruciando - dice il direttore dell'Azienda sanitaria Luciano Flor parlando dell'ospedale Santa Chiara - ma non dobbiamo aspettare che bruci. Quindi occorre procedere con la massima urgenza ad avviare i lavori per il futuro Not». Parla della struttura di largo Medaglie d'Oro come di un malato terminale il direttore e non nasconde certo i limiti di una struttura che sia lui che il direttore dell'area tecnica, ingegner Giuseppe Comoretto definiscono «a fine corsa, nonostante l'eccellente manutenzione che è stata fatta in questi anni». Eccellente e anche costosa considerato che ogni anno si spendono circa 10 milioni di euro tra manutenzione ordinaria e straordinaria