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Idrogeno, cinque stati firmano continuazione lavori corridoio meridionale
Un gasdotto per portare l'idrogeno verde dal Nordafrica fino all'Austria e alla Germania, passando per l'Italia. Idrogeno pulito prodotto in Algeria e Tunisia con acqua ed energia solare, senza emissioni, e destinato a decarbonizzare le imprese energivore dei tre paesi europei.
È il Corridoio Sud per l'idrogeno, o South H2, che dovrebbe vedere la luce nel 2030. Se ne parlerà domani mattina a Villa Madama a Roma. Prima ne discuteranno i ministri degli Esteri, Antonio Tajani, e dell'Ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, con i rappresentanti dei governi di Algeria, Tunisia, Germania, Austria, Svizzera e Unione europea. Al termine della ministeriale, verrà firmata una dichiarazione congiunta.
Subito dopo, sempre a Villa Madama, Tajani e Pichetto illustreranno il progetto a un forum con gli imprenditori. Il gasdotto sarà lungo 3.300 chilometri. Il tratto italiano sarà il più importante, di 2.300 chilometri, da Mazara del Vallo a Tarvisio, attraverso la dorsale tirrenica. Per il 70% adatterà all'idrogeno la rete del gas esistente, per il resto sarà costruito ex novo. Il problema con l'idrogeno è che non può viaggiare sugli stessi tubi del metano: è una molecola molto piccola e tende a fuoriuscire. Per trasportarlo, servono tubi di acciaio speciale. La cosa positiva è che possono essere usati anche per il metano.
A realizzare il South H2 saranno l'italiana Snam, le austriache Trans Austria Gasleitung (Tag) e Gas Connect Austria (Gca), la tedesca Bayernets. Il nuovo collegamento utilizzerà il tubo già esistente fra Tunisia e Italia, il Transmed. Potrà trasportare 4 milioni di tonnellate all'anno e potrà contribuire per il 40% al raggiungimento dell'obiettivo sull'idrogeno del piano europeo per la transizione energetica, il RePowerEu. L'infrastruttura dovrà entrare in esercizio entro il primo gennaio 2030.
L'idrogeno brucia e genera calore come il metano, ma emette vapore acqueo invece di anidride carbonica. Può quindi sostituire il gas in quelle produzioni industriali che non possono essere elettrificate perché richiedono troppa energia (acciaierie, vetrerie, cartiere, ceramica). Perché l'idrogeno decarbonizzi davvero, deve però essere verde, cioè prodotto attraverso elettrolisi dell'acqua, utilizzando energia da fonti rinnovabili. Questo processo potrebbe avvenire in Nordafrica, dove c'è abbondanza di energia solare. Il South H2 servirebbe a portare questo idrogeno verde dove ce n'è bisogno, ovvero alle industrie di Italia, Austria e Germania.
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