Letta «fra mille paure», Grillo: «Subito al voto»

Difficile negare che il vertice di maggioranza in calendario domani abbia un qualcosa di antico, un richiamo involontario ai riti della prima repubblica. «Scelta civica», che lo ha voluto anche per questioni di visibilità, fa sapere con il ministro Mario Mauro che l'obiettivo è quello di essere di stimolo al «governo delle mille paure». Una definizione poco incoraggiante in vista della manovra economica che, tra Iva, Imu e tagli alla spesa pubblica, dovrebbe rilanciare il nostro Paese

Difficile negare che il vertice di maggioranza in calendario domani abbia un qualcosa di antico, un richiamo involontario ai riti della prima repubblica. «Scelta civica», che lo ha voluto anche per questioni di visibilità, fa sapere con il ministro Mario Mauro che l'obiettivo è quello di essere di stimolo al «governo delle mille paure». Una definizione poco incoraggiante in vista della manovra economica che, tra Iva, Imu e tagli alla spesa pubblica, dovrebbe rilanciare il nostro Paese. Ci si chiede come possano reagire i cittadini se i primi ad avanzare pesanti perplessità sull'esecutivo sono i partiti che lo sorreggono. In altre parole, non si capisce che cosa potrebbe accadere se non fosse approvato il «contratto di coalizione» proposto da Mario Monti per vincolare l'azione di governo: dal momento che all'attuale maggioranza non ci sono alternative, probabilmente nulla.
È questo senso di perenne precarietà che rende impervia la strada di Enrico Letta ( nella foto ). Le polemiche tra l'altro rischiano di compromettere anche le riforme, che invece per il momento seguono un iter più rapido del previsto. Su questo fronte il Pd si ritiene soddisfatto dall'aver escluso che ne possa fare parte il tema della giustizia. Ma resta la bomba ad orologeria della legge elettorale: l'accenno del ministro Quagliariello ad un percorso privilegiato della «clausola di salvaguardia» è stato duramente criticato dal suo compagno di partito Sandro Bondi, con la scusa che ciò significa dare un messaggio di instabilità all'opinione pubblica.
In realtà tutti sanno che la vera verifica si terrà in autunno. Come spiega Fabrizio Cicchitto, il «bombardamento giudiziario» contro Berlusconi è un'ulteriore complicazione per Letta e rischia di far saltare il quadro politico: non si può ipotizzare, è il senso della dichiarazione, che il Pdl assista inerte ad una raffica di condanne e magari al tentativo di spedire in carcere il Cavaliere. In questo senso, lo stop alla candidatura di Daniela Santanchè a vicepresidente della Camera è per il movimento azzurro un segnale controverso: apparentemente il partito non accetta veti su una figura giudicata dagli alleati fonte di nuove divisioni, ma dietro la frenata ci sono anche le antipatie che alla Santanchè non mancano tra i suoi. In vista della nascita della nuova Forza Italia tra i berlusconiani è in atto una lotta senza esclusione di colpi e non sono da escludere nuovi colpi di scena.
Ne deriva che il governo deve tentare di fare presto e perciò abbandonare le sue «mille paure» per varare le misure necessarie alla ripresa. Ripresa che tra l'altro per il ministro dell'Economia Saccomanni è vicina e va incoraggiata anche sul piano psicologico. L'interrogativo è se i tre partiti della maggioranza riusciranno a raggiungere un accordo che sfrutti i fondi europei in tempi brevissimi: il premier è chiamato a superare la strategia dei piccoli passi che finora ha funzionato, ma non può andare avanti molto a lungo.
Lo scenario si complica se si guarda alla lotta nel Pd in vista del congresso. Matteo Renzi dice di non voler finire vittima del tiro al piccione, sport molto popolare - sottolinea - tra i capi corrente democratici. Il sindaco fa sapere di essere continuamente incoraggiato a correre per la segreteria, ma di non fidarsi dei colleghi. Il segnale che lancia è molto chiaro: i suoi diserteranno l'incontro sulle regole a cui è stato invitato e al quale prenderanno invece parte Epifani, Bersani, Franceschini e D'Alema.
Intanto Beppe Grillo invoca un incontro con Napolitano: il Presidente dovrebbe andare in tv per spiegare la drammaticità della situazione economica, imporre la riforma del Porcellum e sciogliere le Camere. Il popolo italiano, dice, può diventare molto feroce. Ma il Quirinale lo gela: modi inopportuni, la richiesta non può nemmeno essere presa in considerazione.

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