Clandestinità, Grillo sconfessa i suoi senatori
Poteva essere un successo, da portare in trionfo come risultato del metodo del Movimento, e invece si trasforma in una nuova e netta sconfessione dell'operato dei parlamentari 5 Stelle da parte dei loro leader. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, con un durissimo post pubblicato sul blog, bacchettano i due senatori che mercoledì, a sorpresa, erano riusciti a farsi votare un emendamento che abolisce il reato di immigrazione clandestina. E li sbeffeggia: sono due «Dottor Stranamore»
Poteva essere un successo, da portare in trionfo come risultato del metodo del Movimento, e invece si trasforma in una nuova e netta sconfessione dell'operato dei parlamentari 5 Stelle da parte dei loro leader. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, con un durissimo post pubblicato sul blog, bacchettano i due senatori che mercoledì, a sorpresa, erano riusciti a farsi votare un emendamento che abolisce il reato di immigrazione clandestina. E li sbeffeggia: sono due «Dottor Stranamore».
«La loro posizione in Commissione è del tutto personale, non faceva parte del programma. Non siamo d'accordo sia nel metodo che nel merito» avvertono i due big del Movimento. Una vera e propria doccia fredda per i parlamentari M5S che invece avevano salutato il voto come un successo. Per Grillo e Casaleggio, invece, nessun «portavoce può arrogarsi una decisione così importante senza consultarsi». Tanto più, cosa ancor più seria, che una posizione del genere sull'immigrazione durante la campagna elettorale secondo Grillo avrebbe portato il Movimento ad ottenere «percentuali da prefisso telefonico».
Dall'amnistia, passando per le carceri e fino all'abolizione del reato di immigrazione clandestina, è da tre giorni che i 5 Stelle sono alla ribalta. Ma l'intervento a gamba tesa del leader sugli eletti ieri ha provocato il patatrac. Tra un post e mezze dichiarazioni, la solidarietà e la condivisione dei compagni sulla scelta dei due senatori è apparsa abbastanza granitica. Sia, per dirla alla Grillo, «nel metodo che nel merito». Buona parte dei parlamentari condivide l'emendamento sia dal punto di vista umanitario sia da quello dello snellimento del lavoro dei tribunali e della polizia. E anche dal punto di vista del metodo, viene fuori che l'emendamento era stato discusso e «acclamato» al Gruppo nella riunione di lunedì e annunciato alla stampa (il video della conferenza era anche stato pubblicato sul blog del Movimento) insieme al piano carceri, che ieri una delegazione M5S ha portato al Quirinale. Almeno da parte dei senatori, quindi, in assemblea congiunta dovrebbe esserci espressa compattezza.
Ma se l'emendamento salva immigrati clandestini provoca un terremoto nei Cinque Stelle, anche nella maggioranza scoppia il caso. Pd e Sel approvano e attaccano Grillo e il suo diktat, ma la faccenda mette in seria difficoltà il Pdl. A votare il parere favorevole del governo all'emendamento, espresso in commissione, è stato infatti il sottosegretario Cosimo Ferri, uomo Pdl. Lui spiega di averlo fatto oltre che «per un discorso umanitario, sulla base di considerazioni tecnico-giuridiche, non di valutazioni politiche». Ma le valutazioni politiche non si fanno attendere. Daniela Santanchè, ad esempio, non ha dubbi: il reato di immigrazione clandestina non si discute. E Giovanardi, per dire, si dice invece favorevole all'abrogazione. La Lega inscena in aula al Senato una protesta, condanna il «blitz» e Roberto Maroni, gelido, avverte che si attende dal Pdl, «che c'è cascato» una rapida correzione. E proprio Maroni invita ora il M5S a votare con la Lega il ripristino del reato. Ma sul blog di Grillo fioccano le critiche alla posizione «filo-leghista» dei leader 5 Stelle. E molti dicono: se andate avanti così, non vi votiamo più.