«Smog: 67 mila morti e 43 miliardi»

Un Piano ad hoc per avere aria pulita, tante rinnovabili ed efficienza energetica per abbattere lo smog, che ogni anno costa 2,5 punti di Pil al nostro Paese pari a 43 miliardi, 67.921 morti «invisibili» per lo Stato e 3,5 milioni di giornate lavorative perse ogni anno.
La denuncia arriva dal leader dei Verdi Angelo Bonelli e dall'esponente di «Green Italia» Roberto Della Seta, che hanno messo a punto il dossier «La Guerra (taciuta) dell'Aria» e parlano di «emergenze dimenticata», a poche ore dall'inizio del vertice Onu sul clima a Lima in Perù.
I due ecologisti chiedono una riflessione al premier Matteo Renzi: «Il governo respinga la proposta del presidente della commissione Europea Jean Claude Juncker di tagliare gli obiettivi del pacchetto Aria dell'Europa; l'Italia e l'Europa hanno bisogno di limiti più rigorosi per salvare vite umane ed economia». Prendendo come esempio Roma emerge che - secondo uno studio del dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario del Lazio di marzo 2013 - «nelle zone più inquinate della Capitale, come l'Aurelia, c'è un aumento della mortalità del 7%». E che «le principali malattie rilevate sono quelle cardiovascolari e il tumore al polmone, la cui incidenza è superiore del 9% nelle aree dove gli inquinanti hanno livelli più alti». In base a un altro studio «se a Roma venissero rispettati i limiti» di polveri sottili (Pm 2,5) «segnalati dall'Oms l'aspettativa di vita aumenterebbe di oltre 12 mesi e si conterebbero quasi 1.300 morti in meno all'anno».
«È una situazione drammatica - dice Bonelli - un'emergenza dimenticata nei cassetti della politica che produce costi insostenibili. Investire nella lotta allo smog e ai veleni che ogni giorno i cittadini respirano significa creare posti di lavoro». Per Della Seta «lo smog nelle città, così come l'inquinamento delle industrie come Eternit e Ilva (tra i 30 impianti più inquinanti d'Europa), non è solo un problema ambientale ma una drammatica emergenza sanitaria». Per Bonelli e Della Seta, «bisogna anche sostenere il trasporto pubblico, incentivare le auto ibride ed elettriche, bio-edilizia, difesa del suolo, riforestazione» e «applicare il principio "chi inquina paga" per i titolari di industrie che si sono resi responsabili di azioni di inquinamento».

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