Valdastico, dal Comune di Trento l'altolà a Rossi
«Noi siamo democratici...». Per dire, con le parole di Andreatta, «che ci sono delle commissioni, c'è un Consiglio comunale, ci sono percorsi condivisi da seguire». Su Valdastico Nord, per la quale la giunta provinciale ha accettato di «aprire» e vedere le carte con la Regione Veneto e quel Governo di centrosinistra che, in realtà, spinge per il completamento e lo sbocco in valle dell'Adige dell'A31.
E sul nuovo ospedale, che la Provincia - dopo il blocco causato dai ricorsi amministrativi - preferirebbe ora collocare sull'area San Vincenzo di Mattarello, nella zona a suo tempo destinata alla nuova cittadella militare. E, poi, su alcune altre questioni per le quali il sindaco ha fatto partire ieri la richiesta al presidente della Provincia, Ugo Rossi , di un incontro tra le due Giunte, da tenersi realisticamente entro la fine del mese, o entro la prima settimana di ottobre.
Un vertice, insomma, i cui contenuti saranno definiti con maggiore puntualità nell'incontro di maggioranza che sindaco e Giunta comunale, nella seduta di ieri l'altro, hanno messo in cantiere per sabato 19 settembre. «Serve un confronto con la Provincia» spiega il sindaco «noi abbiamo davanti cinque anni di impegni, loro (la Giunta Rossi, ndr) ne hanno tre. Si possono condividere alcune questioni: i temi non mancano». Due, prima di tutto: Valdastico Nord, che la nuova ipotesi vorrebbe con sbocco a Trento sud (zona Mattarello), anziché a Besenello, per raccordarsi all'A22; e il Not, nuovo ospedale su cui l'amministrazione della città capoluogo s'è ritrovata di punto in bianco spiazzata dall'ipotesi di riconsiderare la localizzazione di via al Desert.
C'è una questione di metodo, certo. Quella per cui Andreatta manda a dire a Rossi: quanta fretta, ma dove vai... Per ribadire, se qualcuno ha dei dubbi, che il governo del capoluogo ha sede a Palazzo Thun, in via Belenzani, mica in piazza Dante, sede della Provincia autonoma. E c'è, enorme, imprescindibile, una questione di contenuti. Sulla Valdastico Nord, prima di tutto. «La nostra posizione è chiara» ribadisce il sindaco del Pd (lo stesso partito del capo del Governo e del ministro alle infrastrutture Delrio che fanno da sponda alla Regione Veneto e alla A4-Serenissima) «priorità assoluta alla ferrovia. Io e l'assessore Gilmozzi (Italo, ndr) l'abbiamo già detto pubblicamente: la priorità alla ferrovia è un punto fermo, ineludibile, su cui chiediamo totale garanzia. Perché è un progetto europeo, a favore delle persone e delle merci».
«Sarebbe sciocco e da stolti» secondo Andreatta «non sedersi ad un tavolo. Per ascoltare i progetti degli altri, ma anche per esprimere dubbi, perplessità, una contrarietà (all'autostrada, ndr) motivata».
La richiesta a Rossi è precisa: «Al tavolo di intesa (con Regione Veneto e Governo) il Comune di Trento vuole esserci con il protagonismo di una città capoluogo. Per parlare chiaro e ricordare che in Trentino la coalizione di centrosinistra autonomista, sulla Valdastico, ha fino ad ora avuto una sola posizione, di contrarietà». Il sindaco ribadisce: «Il nostro è un approccio non ideologico»: «Se ci sono altri progetti e fatti nuovi, parliamone. Ma se non ci sono fatti nuovi, la contrarietà resta».
Stesso approccio per la questione ospedale, per la quale - si intuisce - Andreatta s'è sentito ancora più spiazzato. Lui, che si sente «figlio dell'accordo quadro tra Stato e Provincia di inizio 2000». Che, da assessore, ha accompagnato l'individuazione dell'area di via al Desert per il Not, «già interessata» ricorda «dalla presenza del Centro per la protonterapia, un sito adatto, sicuro, tra Fersina, Adige e ferrovia, frutto di una percorso partecipato e condiviso...».
E quindi? Quindi, l'approccio di cui sopra: «Proprio perché non siamo ideologici, se ora c'è l'ipotesi Mattarello, e se questa ipotesi dimostra diversi aspetti nuovi di economicità (si risparmia), funzionalità (migliore distribuzione degli spazi ospedalieri) e accessibilità (cosa di cui Andreatta dubita assai, essendo via al Desert prossima alla tangenziale e al casello sul dell'A22), confrontiamoci pure con la Provincia e chicchessia. Fatti salvi» ribadisce «alcuni passaggi: noi siamo un Comune, i percorsi vanno condivisi, e niente fretta. Perché vogliamo fare bene».