Reggia di Caserta, Felicori: "Esterrefatto dalla lettera dei sindacati"
"Quando ha saputo della lettera è rimasto esterrefatto, anche perché - dice - i lavoratori stanno meglio in un'azienda efficiente che li valorizza". Così il direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori, a "Si Può Fare" su Radio 24 ha commentato la lettera inviata dai sindacati al ministro dei beni culturali Franceschini nella quale le sigle Ugl, Cigl e Uil lamentano la permanenza di Felicori troppo a lungo la sera nel suo ufficio, cosa che metterebbe a rischio la Reggia stessa. "A parte che lamentarsi di un direttore che lavora è paradossale, oltre questo non c'è nessuna base perché la Reggia è vigilata 7 giorni su 7 e 24 ore su 24", dice Felicori. "Dirigo un'azienda di 250 dipendenti, una grande azienda: avrò il diritto di lavorare molto? E poi non produco nemmeno un minuto di straordinario". Alla domanda del conduttore di Radio 24 Alessio Maurizi se i sindacati lo osteggiano per le innovazioni che ha proposto nei primi cinque mesi d'incarico (apertura sette giorni su sette, obbligo di divisa, spostamenti di personale), Felicori risponde: "C'è il timore che io faccia tutto questo. In realtà, sono qui solo da 5 mesi, è poco tempo. Ma ho i miei propositi. Ho cominciato a comunicare i propositi, a dare una nuova organizzazione all'azienda e a nominare i componenti di una squadra che avrà la responsabilità di questo processo. Quando si prova cambiare c'è sempre qualcuno (che si oppone, ndr) che nella vecchia situazione aveva trovato i suoi vantaggi". Felicori commenta poi la reazione della leader della Cgil, Susanna Camusso, che ieri ha difeso lui e ha criticato i sindacati: "Mi fa piacere. In una azienda efficiente i lavoratori stanno meglio. Il primo diritto del lavoratore è avere una organizzazione adeguata e dei capi che lavorano. Ciò avviene in un'azienda efficiente e che valorizza il lavoro". Poi, un passaggio anche sui prossimi obiettivi per valorizzare la Reggia: "Il 1° giugno apriamo alla Reggia la collezione Terre Motus: una delle collezioni di arte contemporanea più importanti del mondo. Sarà il più grande evento del 2016, per me. Saranno visibili per la prima volta 76 opere che erano mal collocate o che non si potevano vedere: quadri di grandi dimensioni di artisti come Wharol, Haring e Beuys".
Sindacalista sospeso, continuerò battaglie - ''Continuerò a fare le mie battaglie a prescindere dalla sospensione. Sto agendo solo per il bene della Reggia di Caserta. Non ho poltrone, nè interessi da tutelare che non siano quelli pubblici''. Lo dice Angelo Donia, dipendente e sindacalista della Uil-Pa, tra i firmatari del documento critico con il direttore Mauro Felicori e la cui sospensione è stata annunciata dal segretario generale Carmelo Barbagallo. ''Sono ancora in attesa di ricevere l'atto ufficiale di sospensione. Comunque nel documento non sono contenute critiche al direttore per il fatto che lavori troppo. Abbiamo solo rilevato che se si trattiene oltre l'orario nella Reggia è necessario che si predisponga un apposito piano per la sicurezza. E questo accade in tutti i musei'', conclude Donia
Renzi con direttore Reggia Caserta, sindacati ridicoli - L'accusa è quella di restare fino a tarda ora nella Reggia di Caserta mettendo in questo modo "a rischio l'intera struttura museale". L'insolito rilievo è stato mosso dai sindacati dei lavoratori del Palazzo Reale borbonico, patrimonio dell'Unesco, al nuovo direttore del monumento, Mauro Felicori, che negli uffici della Reggia resta anche dopo l'orario di chiusura. Lo scrive oggi "Il Mattino". L'accusa di "lavorare troppo" è contenuta in una nota inviata il 23 febbraio dalla Uil, dall'Usb e dall'Ugl ai più stretti collaboratori del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
Ed il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, commentando su fb la vicenda, dice che l'accusa è ridicola e aggiunge: ''I sindacati che si lamentano di Felicori, scelto dal governo con un bando internazionale, dovrebbero rendersi conto che il vento è cambiato. E la pacchia è finita. Il direttore Felicori ha un mandato chiaro: Rilanciarla. E noi siamo con lui", aggiunge. "Il vento è cambiato".