Facevano emigrare illegalmente in Gran Bretagna attraverso l'Italia al costo di 5mila euro
Novanta indagati, 21 misure cautelari, di cui otto eseguite: è questo il bilancio dell’operazione della Polizia di frontiera di Venezia e Verona, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Venezia, che ha smantellato due distinte organizzazioni italo-albanesi che facevano emigrare persone clandestinamente dal paese delle Aquile attraverso l’Italia, per raggiungere la Gran Bretagna.
«Il nostro è un impegno al contrasto dell’immigrazione clandestina - ha detto il procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito -. Non si vuole contrastare l’immigrazione, ma solo quella clandestina che in Italia è un reato e va dunque contrastata». D’Ippolito ha preso in carico i due filoni di indagini, uno iniziata nella città scaligera e l’altro in quella lagunare. La destinazione dei migranti, secondo quanto accertato, era il Regno Unito passando le frontiere degli aeroporti e dei porti in Italia, Austria, Belgio, Germania, Irlanda, Polonia e Portogallo. Un centinaio ci sarebbe riuscito pagando all’organizzazione cinquemila euro ciascuno.
Le basi logistiche si trovavano a Conegliano (Treviso), Villafranca (Verona), Londra e Burel, in Albania (qui con la complicità di dipendenti pubblici), dove erano messe a disposizione strutture in cui ospitare i clandestini, con la disponibilità di auto e caravan per il loro trasporto e la complicità di agenzie di viaggi.
Le organizzazioni fornivano anche schede telefoniche, biglietti aerei e carte di identità italiane, romene e greche per consentire di attraversare le frontiere e raggiungere l’Oltremanica. I documenti di identità erano stati rubati in bianco nel Veneto, in Molise, nel Lazio e nel Piemonte. Ma anche cedute, in cambio di droga o denaro, da giovani, tra cui minori, senza mai denunciarne la smarrimento o il furto, che erano residenti di una ventina di comuni trevigiani e in altre province, tra cui Verona, Venezia, Genova, Torino, Belluno, Vicenza e Modena.
Tutto il denaro incassato dalle organizzazioni, per cifre consistenti, che facevano capo a tre distinte famiglie, veniva poi reinvestito in beni e attività commerciali in Albania. I trafficanti hanno, tra l’altro, organizzato nel 2014 una finta comitiva di tifosi, formata da albanesi e pregiudicati trevigiani, muniti di sciarpe, magliette della tifoseria e trombe per assistere alla partita di calcio di Champions League tra Manchester e Roma. Gruppo che però è stato bloccato all’aeroporto di Nizza dalla polizia francese su segnalazione dei colleghi italiani. Per essere sicuri di raggiungere Londra, l’organizzazione aveva messo in pratica anche la tecnica dello swapping: il viaggiatore si presentava all’imbarco con il passaporto e il biglietto di viaggio per l’Albania ma una volta superato il controllo di frontiera, all’ultimo istante, si imbarcava su un volo per la capitale inglese esibendo un documento falso e un altro biglietto di viaggio. All’indagine hanno collaborato l’ambasciata e il consolato britannico oltre alle polizie di Francia e Albania.