Il costo dei nostri politici: in totale 26 milioni di euro
I costi della politica, ovvero le spese per le indennità e i vitalizi dei consiglieri regionali continuano a costituire la voce principale e molto consistente del bilancio del Consiglio. La spesa annuale per i vitalizi degli ex consiglieri nel 2018 sarà complessivamente di 14.165.000 euro, superando quello dei politici in carica, che tra indennità base, rimborsi spese, indennità di funzione dei componenti dell'ufficio di presidenza, arriva a 10.500.000 euro, più 1.600.000 euro di contributi previdenziali a carico delle casse regionali per la pensione complementare a favore dei consiglieri eletti per la prima volta nella scorsa legislatura, che ha rimpiazziato il vecchio vitalizio.
Nel contempo, pur mettendo a bilancio il trasferimento alla Regione delle somme in contanti effettivamente recuperate e introitate dopo il ricalcolo dei vitalizi attualizzati pari a 6.200.000 euro e destinati al Fondo regionale per il sostegno delle famiglie e dell'occupazione, il consiglio regionale ha dovuto anche accantonare ben 7.000.000 di euro in un Fondo rischio contenzioso. Come si sa, infatti, una sessantina di ex consiglieri regionali/provinciali si è rivolto ai tribunali per contestare l'obbligo di restituzione di parte dei vitalizi che avevano ricevuto in anticipo secondo quanto previsto dalla legge del luglio 2014 che aveva ricalcolato al ribasso le cifre attualizzate. È stata sollevata anche la questione di costituzionalità della legge del 2014 e dunque si è ora in attesa che la Consulta si pronunci per chiarire se il consiglio regionale poteva legiferare nuovamente sulla questione dando una «interpretazione autentica» della legge del 2012 con cui si era deciso - con l'obiettivo dichiarato di abbattere il costo dell'assegno mensile del vitalizio da versare ai consiglieri (ma senza tagliare il costo totale) - di anticiparne subito una parte consistente in contanti e sotto forma di quote del Fondo Family costituito ad hoc.
Oggi sono una novantina gli ex consiglieri regionali che già percepiscono ogni mese l'assegno vitalizio. Mentre 24 dei 40 consiglieri regionali o ex consiglieri che al momento della riforma del luglio 2014 non avevano ancora diritto a ricevere l'assegno del vitalizio spettante (per ragioni di età o perché ancora in carica) inizieranno a vederselo versare entro il 2023 ( nella tabella le scadenze per chi è in attesa ). Dal 2019 ci saranno anche i trentini Mauro Gilmozzi e Tiziano Mellarini (Upt) e Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino). Quest'ultimo ha già annunciato di non avere intenzione di ricandidarsi quindi finita questa legislatura, a fine 2018, potrà passare praticamente subito dall'indennità al vitalizio. Anche l'ex governatore oggi deputato Lorenzo Dellai matura il vitalizio sempre nel 2019 però a dicembre, ma non potrà iniziare a riceverlo se venisse rieletto in Parlamento.
Nel dettaglio del bilancio 2018 del consiglio regionale si stanziano 7.550.000 euro per pagare gli assegni vitalizi diretti agli ex consiglieri più gli assegni di reversibilità e altri 6.615.000 euro per il valore attuale ricalcolato da liquidare per l'appunto ai futuri beneficiari che iniziano a maturare il diritto.
Sul fronte delle entrate, il bilancio prevede però anche la restituzione da parte dei gruppi consiliari di 1.400.000 euro di contributi per fine legislatura.
Per le spese dei gruppi politici regionali, in particolare per pagare il personale e per l'attività istituzionale, il Consiglio stanzia circa 600 mila euro l'anno. Non tutti i gruppi però ne hanno usufruito perché per l'attività si «accontentano» dei collaboratori che già hanno a disposizione come consiglieri provinciali, così come dei finanziamenti che ricevono dal consiglio provinciale. Si vedrà se effettivamente ci saranno gruppi che rinunceranno anche nell'ultimo anno di legislatura a queste risorse.