Dellai inizia il tour: «Per capire le ragioni del fallimento»
Il deputato Lorenzo Dellai, sconfitto in modo pesante dal segretario della Lega, Maurizio Fugatti, in Valsugana, martedì è andato a Roma a chiudere l’ufficio e a restituire le chiavi dell’alloggio. L’ex governatore e fondatore della Margherita, padre del centrosinistra autonomista trentino, domani andrà a sciare, per riprendere fiato, ma da domani - annuncia - tornerà sul suo collegio per un inedito tour del perdente sui «luoghi del delitto» in questo drammatico post voto per il centrosinistra autonomista.
«Venerdì - dichiara Dellai - inizierò un giro comune per comune del mio collegio. Voglio capire bene, al di là dei ruoli e della campagna elettorale, cosa è successo veramente al nostro popolo».
Perché gli elettori del centrosinistra autonomista hanno votato centrodestra e soprattutto Lega?
Il presidente Rossi ha dichiarato subito dopo l’esito del voto che questo scarto c’è sempre stato, non c’è molto da meravigliarsi, poi quei voti persi ritornano quando si tratta di eleggere il presidente della Provincia.
Ma per Dellai nella situazione politica di oggi c’è qualcosa di più grave rispetto alle precedenti tornate elettorali nazionali in cui si sono notati anche grossi scostamenti tra elezioni nazionali e provinciali e non è preoccupato solo perché questa volta è stato lui personalmente a perdere. «Il presidente Rossi ha ragione a ricordare ad esempio il 2008 - dice Dellai - e noi tutti speriamo che si ripeta il rovesciamento di fronte questo autunno.
Però io avverto che questa volta la botta è stata particolarmente forte e sento la necessità di capire meglio. Per questo, senza alcuna pretesa, farò di nuovo il giro dei comuni, per ringraziare chi mi ha votato e capire perché abbiamo perso. Inizierò venerdì sera da Sagron Mis dove abbiamo finito venerdì scorso». Insomma, Dellai sembra intenzionato a capire cosa non ha funzionato.
Intanto, l’Unione per il Trentino è ancora frastornata dalla prima sonora sconfitta della sua storia, con la bocciatura in un sol colpo del padre fondatore Lorenzo Dellai e del segretario Tiziano Mellarini.
La lista Civica popolare con Lorenzin, inventata all’ultimo minuto per dare una parvenza di coalizione intorno al Pd, è stato un flop annunciato e ha trascinato nell’abisso l’Upt, che ora di questa esperienza, che si è chiusa domenica per consunzione, non ne vuole più sentire parlare.
Martedì pomeriggio Mellarini ha riunito la segreteria del partito per una prima analisi dei voti in fuga e si è valutata anche l’idea che segreteria e direzione del partito rimettano il mandato al parlamentino all’inizio della settimana prossima. La volontà condivisa, nonostante la disfatta, è stata quella di tenere i nervi saldi e provare a ripartire dal progetto al quale l’Upt stava lavorando prima del terremoto delle elezioni politiche, ovvero di una costituente per una lista che coinvolga i sindaci civici di Francesco Valduga e ciò che resta di Progetto Trentino, una forza sempre di centro per ridefinire il centrosinistra autonomista. Il segretario Mellarini non sottovaluta l’esito del voto e a differenza del Patt non intende liquidarlo come un dato che riguarda solo le elezioni nazionali e che non avrà conseguenze su quelle provinciali.
«Il segnale è arrivato - dice - e io ritengo che sia stata una bocciatura anche del governo provinciale. Rossi non può dire che non è così, perché girando sui territori in campagna elettorale ho raccolto molte lamentele soprattutto sui temi della sanità e dei servizi. Quindi di questo si deve tenere conto». «Noi abbiamo sbagliato il simbolo, - continua Mellarini - perché non era conosciuto e molti ci chiedevano dov’era l’Upt e siamo rimasti penalizzati, ma anche il Patt non ha ottenuto il risultato che si aspettava. Per le provinciali noi intendiamo puntare su volti nuovi e per quanto mi riguarda confermo che non sarò candidato».