Spagna, il cognato del re condannato ma resta libero
Il cognato del re di Spagna Inaki Urdangarin, condannato l’anno scorso a 6 anni e 3 mesi di carcere per avere stornato milioni di euro di danaro pubblico, rimarrà in libertà e potrà continuare a vivere a Ginevra: così ha deciso oggi il tribunale delle Baleari, in un giudizio di riconsiderazione delle pene decise nello «scandalo Noos».
Il trattamento riservato al marito dell’infanta Cristina, sorella di re Felipe VI, è criticato dai nazionalisti baschi e catalani e da Podemos, che denunciano l’anomalia della carcerazione preventiva a Madrid di 9 leader catalani accusati di «ribellione» per avere portato avanti pacificamente il progetto politico dell’indipendenza.
Altri sei leader indipendentisti fra cui il presidente deposto Carles Puigdemont, fermato ieri in Germania, sono in esilio in Europa per sfuggire al carcere.
La corte spagnola ha respinto la richiesta della procura anti-corruzione che chiedeva che fosse fissata una cauzione di 200mila euro per lasciare in libertà provvisoria il cognato del re fino al giudizio in appello. Il cognato di re Felipe VI durante il processo ha evitato il carcere preventivo.
L’infanta Cristina, coproprietaria della società verso la quale veniva dirottato il danaro pubblico dalla fondazione Noos presieduta da Undargarin, è stata assolta.