Nelle urne l'incognita della doppia preferenza di genere E le donne candidate diventano «ancelle» dei big
La nuova norma sulla doppia preferenza di genere, che sarà sperimentata anche in Trentino alle elezioni provinciali del 21 ottobre, prevede che si possano esprimere al massimo due preferenze (prima erano tre). E perché siano valide entrambe devono essere per candidati di genere diverso: quindi una preferenza per una donna e una per un uomo.
Nel caso si esprima il voto per due donne o due uomini la seconda preferenza viene infatti annullata. Questo meccanismo cancella la possibilità di cordate esclusivamente maschili con il candidato più noto che trascina il suo pupillo, magari alla prima candidatura e quindi altrimenti con scarse possibilità di essere eletto. Ora, il candidato uomo - che sono di solito i più votati - può chiedere la preferenza secca per sé, oppure organizzare un tandem con una candidata donna. Qualche accoppiata tra candidati uomo-donna si sta effettivamente presentando agli elettori, cogliendo lo spirito della legge, che punta a superare il grande divario di rappresentanza oggi esistente in consiglio provinciale, spingendo perché i volti più noti facciano squadra con una donna (o nel caso di una donna più nota con un uomo).
Ma accanto a vari tandem a volte formati da volti neofiti di uno stesso territorio, che si danno una mano reciproca, il fenomeno che si sta verificando è che ci sono candidati di punta che invece di proporsi apertamente in accoppiata secca con una candidata, trainano nomi di donne diverse nei vari territori, con il risultato che il candidato big si garantisce così la preferenza ovunque, mentre la donna del tandem solo nel suo territorio, con dunque molte minori chance di farcela.
Nei giorni scorsi l’assessora regionale Violetta Plotegher (Pd) aveva esortato per questo a esprimere solo una preferenza per una donna non credendo all’efficacia del tandem. Ma l’assessora provinciale alle pari opportunità e ricandidata con il Pd, Sara Ferrari, non è di questo avviso pur consapevole delle difficoltà e dichiara: «La legge è un tentativo che può funzionare come no, dipende da come la si usa. Ed è nata soprattutto per dare una mano in quelle aree politiche dove ci sono poche donne elette. Il fatto che la seconda preferenza non sia obbligatoria fa sì che comunque resti il rischio che non entri in Consiglio un maggior numero di donne rispetto ad oggi. I due terzi delle preferenze sono andati a uomini nelle elezioni scorse e solo un terzo alle donne. La matematica ci dice che sono i più votati, per questo il tandem, ovvero la proposta di voto di un uomo e una donna ritengo che possa dare maggiori risultati del voto secco a un uomo o a una donna». Ferrari, che certo non è una donna che ha problemi di notorietà ha scelto di fare un tandem alla pari con un collega: «Ufficialmente non ho fatto accoppiate, ma politicamente sono vicina e in sintonia con Alessio Manica».
Riguardo invece ai big dei vari partiti che fanno accordi plurimi sui vari territori Ferrari dice: «Il tanden per funzionare deve essere unico e a livello provinciale, altrimenti le donne assumono un ruolo ancillare nei vari territori, come portatrici d’acqua e non vengono elette». L’assessore del Pd, Luca Zeni, ad esempio, nei suoi territori di riferimento di sta muovendo in tandem con Elisa Viliotti per la Valsugana, Vera Rossi in val di Cembra e Chiara Rossi in Rotaliana. Anche il capogruppo dell’Upt, Gianpiero Passamani, in Valsugana sta facendo accordi in particolare con Annalisa Caumo, Elena Eccher e Rosa Calisti, in altri territori ha altre candidate. Anche se per ora non c’è nulla di ufficiale, come per il capolista di Forza Italia, Maurizio Perego, in accoppiata con Luana Moresco e Bruna Cunaccia. La consigliera uscente Manuela Bottamedi, madrina della nuova legge, ritiene l’espressione della doppia preferenza donna-uomo e il tandem esplicito fondamentale per il successo della legge: «Io ci credo, dobbiamo spingere per il doppio voto per cui due candidati che ritengono di essere complementari si presentano insieme. Io ad esempio sto facendo la campagna elettorale con il vicesindaco di Nago Torbole, Luigi Vinicio Masato, persona che stimo».
Tra gli azzurri un’altra accoppiata forte è quella tra l’ex consigliere provinciale Giorgio Leonardi e Gabriella Maffioletti. Nella Lega le accoppiate sono soprattutto territoriali, così la deputata Stefania Segnana si muove di preferenza insieme a Roberto Paccher, in val di Fiemme c’è il duo Bruna Dalpalù e Gianluca Cavada o a Trento Devid Moranduzzo e Katia Rossato, che girano insieme con un furgone elettorale. Il presidente Alessandro Savoi fa tandem con Monica Ceccato e Alessia Ambrosi. Il segretario leghista Mirko Bisesti è il capolista e dunque è «tirato» da tutti/e. Così come Giacomo Bezzi, capolista di «Fugatti-Udc», che sta facendo una campagna molto concentrata sul risultato della sua persona. In Civica Trentina Vanessa Masè sta facendo campagna insieme a Marco Casagranda. Anche nel Patt gli uscenti stanno tutti mettendo a punto le accoppiate. Lorenzo Ossanna ha stretto un accordo con Paola Demagri, considerata una delle candidate più forti della lista; poi Michele Dallapiccola con la perginese Roberta Bergamo, mentre Graziano Lozzer è in sintonia con Patrizia Pace e con Veruska Chiocchetti, il consigliere Walter Viola con Maria Grazia Odorizzi, vicesindaco di Albiano.
Anche in Autonomia dinamica si sta facendo il gioco delle coppie con i primi tandem tra Sara Bombardelli e Tommaso Caceffo, poi Franca Bazzanella e Massimiliano Rosa; oppure Paola Depretto e Giuseppe Allegro. Fratelli d’Italia punta sui due capolista Massimo D’Ambrosio e Francesca Gerosa, dunque la doppia preferenza consigliata dal partito è questa.
Per dare anche fisicamente l’idea dell’accoppiata elettorale, i candidati di «Futura2018», Paolo Zanella e Chiara Serbini, si sono presentati nei giorni scorsi in sella a un «tandem» vero e proprio.