Appalti pubblici, Cgil, Cisl e Uil contro la legge approvata: «Minestrone propagandistico»
«La nuova legge sugli appalti non segna alcun significativo passo avanti nella tutela dei lavoratori. La norma è un minestrone con dentro tutto e il suo contrario. Ancora una volta l’esecutivo si è fermato alla propaganda». Lo scrivono in una nota i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino.
Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti registrano comunque le novità positive introdotte nel testo durante il dibattito consiliare anche grazie alla mobilitazione del sindacato, con riferimento alla contrattazione preventiva sugli appalti di servizio, sulla riduzione del fattore prezzo nell’aggiudicazione così come positivo è il ritiro dell’emendamento del presidente Fugatti che puntava a liberalizzare completamente i subappalti.
Restano, però, i problemi legati alla clausola sociale: «È ormai acquisito che il presidente Fugatti sta parlando da giorni di appalti o in malafede o non conoscendo il contesto - proseguono i tre segretari -. Nella scorsa legislatura per gli appalti ad alta intensità di manodopera è stato introdotto un dispositivo, il comma 4 dell’articolo 32, per consentire il passaggio dei lavoratori da un datore di lavoro all’altro senza ripercussioni negative. Un’interpretazione restrittiva di questo comma, a nostro giudizio, ha prodotto riduzioni dello stipendio nel caso specifico dell’appalto per il portierato dell’Università. Fermo restando l’azione legale per una corretta interpretazione della legge che ha già prodotto i primi risultati a favore dei lavoratori, abbiamo per primi convenuto sull’opportunità di rendere la norma più stringente attraverso linee guida vincolanti in grado di evitare rischi di impugnazione. La giunta ha deciso di intervenire inserendo in legge una nuova interpretazione del comma 4, salvo poi emendare quanto da essa stessa proposto, vanificando così gli annunci di maggiori tutele per i lavoratori. Anzi le modifiche che l’esecutivo ha fatto a se stesso, introducendo due nuove modalità oltre a quelle già esistenti attraverso cui le imprese potranno non riassumere tutti i lavoratori, sono estremamente pericolose per le loro ricadute pratiche», sostengono i sindacati.
«Senza dimenticare che la nuova normativa apre alla possibilità di eliminare gli obblighi all’assunzione di personale svantaggiato. È per questo - affermano ancora Ianeselli, Pomini e Alotti - che parliamo di propaganda. Sappiamo che la vera partita si giocherà capitolato per capitolato ed è lì che si misureranno le vere intenzioni della giunta con riferimento alle risorse stanziate e alle possibilità esistenti di intervenire su errori pregressi, a cominciare dal maxi appalto sulle pulizie», conclude la nota.