No di Boccia alle riaperture dei negozi l'11 maggio
«Gli ultimi dati dell’Inail dicono che 300 persone al giorno in Italia si contagiano sul posto di lavoro e dieci muoiono. E il lockdown si è allentato da una settimana soltanto. Se si parte senza regole e senza protocolli chi si assumerà la responsabilità di tutelare la salute dei lavoratori?». Il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia, intervistato dal Corriere la Sera, sottolinea la necessità di agire ancora con prudenza, perché «la cosa peggiore per l’economia italiana sarebbe dover tornare indietro».
Boccia ribadisce il no alle aperture anticipate dei negozi l’11 maggio. Prima, sottolinea, «bisogna condividere le linee guida. Faremo tutto la prossima settimana. Nel frattempo i negozianti possono riorganizzare i loro locali. Non è meglio attendere una settimana per garantire una sicurezza maggiore?».
Quanto al braccio di ferro con l’Alto Adige, «nell’ultimo mese l’Inail ci ha comunicato che ci sono stati 702 lavoratori contagiati a Bolzano. Immaginiamo cosa potrebbe accadere in assenza del rispetto delle misure. E questo discorso vale per tutte le Regioni».
Sulle riaperture di bar e ristoranti, «stiamo definendo le linee nazionali di sicurezza. Se l’epidemia continuerà a calare il governo conferma che le Regioni dal 18 maggio potranno aprire le attività economiche sulla base della situazione dei loro territori», dichiara il ministro.
Dopo il 18 maggio si valuterà anche la riapertura tra regioni, che «va monitorata con attenzione, perché abbiamo situazioni di contagio diverse», sottolinea Boccia. Il rischio che i governatori del Sud chiudano i confini a chi viene dai territori più colpiti «non c’è se non andiamo in ordine sparso e se i governatori si affidano alle linee guida del governo», rimarca. Per gli spostamenti all’interno della stessa regione, «credo, con una situazione sotto controllo come speriamo di avere nei prossimi giorni, ci possa essere un allentamento».
Ed è la linea di governo e Istituto superiore di sanità. "E' importante che il paese riparta, ma il virus non ha cambiato né identità né caratteristiche. Violare le regole di comportamento per la prevenzione del contagio, dunque, potrebbe facilitarne la circolazione". Il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro stoppa le fughe in avanti delle Regioni che vogliono riaprire negozi, bar e ristoranti a partire già da lunedì e offre una sponda al ministro delle Salute Roberto Speranza che anche oggi ha ribadito la linea del governo: prima del 18 maggio non si apre nulla. "Dobbiamo gestire con grande attenzione e gradualità la fase delle riaperture. Nessuna fuga in avanti - ha detto - ci vuole ancora tanta responsabilità altrimenti finiremo col vanificare i sacrifici fatti finora".
Ma si apre uno spiraglio per l'ipotesi della riapertura di cinema e teatri a giugno: come per le chiese, saranno previste regole precise per permettere agli spettatori - così come sarà per i fedeli - di partecipare a spettacoli rispettando distanziamenti e sicurezza. "Si stanno valutando - spiega il presidente del'Iss - forme di partecipazione con numeri limitati di persone in luoghi confinati previo rispetto delle regole e con un percorso di garanzia, dalla fasce orarie agli ingressi. Questo vale per tutti gli eventi che hanno tali caratteristiche". E' vero, infatti, come ha detto Brusaferro nel corso della conferenza stampa settimanale, la curva del contagio "decresce ed è un segnale che prosegue in tutte le regioni". Ma è altrettanto evidente che ciò non significa nulla, se non si attendono i dati sull'andamento dei casi dopo l'allentamento delle misure deciso il 4 maggio. Attesa che non sarà inferiore ad una decina di giorni. Ed infatti il presidente dell'Iss conferma che quei numeri ci saranno "solo la prossima settimana" e che "solo dall'analisi dei dati, che verrà fatta dalla cabina di regia tra ministero e Regioni, si potranno fare ragionamenti per decidere misure successive". Il governo, probabilmente a metà della prossima settimana, tirerà dunque le somme e predisporrà il nuovo Dpcm. In ogni caso, è impensabile di allentare ulteriormente le misure prima del 18 maggio.