Assistenza medica "espropriata" alle Rsa La scelta dei direttori sanitari delle case di riposo passa ora all'Azienda sanitaria provinciale
«La direzione sanitaria e l’assistenza medica sono fornite nell’ambito delle Aziende pubbliche di servizi alla persona (Apsp) dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari». È racchiusa in poche righe, in forma di emendamento al disegno di legge sull’assestamento di bilancio, la rivoluzione dell’assistenza agli anziani in casa di riposo.
Poche righe lette martedì mattina dal governatore Maurizio Fugatti in commissione che pesano come macigni sulla gestione delle rsa e la loro autonomia. Il presidente della Provincia lega la proposta ai problemi emersi con l’emergenza Covid e spiega di voler puntare a un maggior coinvolgimento del personale sanitario dell’Azienda anche nella prospettiva futura della prevenzione e del controllo del rischio infettivo, aggiungendo che gli oneri saranno comunque a carico della sanità pubblica. Ma l’iniziativa ha immediatamente provocato la sollevazione da parte degli enti gestori e delle opposizioni politiche in consiglio provinciale.
Durissime le parole dell’ex governatore Ugo Rossi: «Nella fase dell’emergenza hanno abbandonato le rsa senza nessuna assistenza e adesso improvvisamente vogliono sottrarre competenze e direzione sanitaria». Paola Demagri, come Rossi consigliera del Patt, è stata in passato presidente della casa di riposo di Cles, sa perciò bene qual è la posta in gioco. «Stanno togliendo l’autonomia alle Apsp e smantellando un sistema, proprio in un momento di grave difficoltà anche finanziaria».
Attualmente alle 54 Apsp provinciali è garantita la gestione in autonomia dell’assistenza sanitaria degli ospiti. Il medico è di solito scelto dal singolo consiglio di amministrazione e viene assunto a volte come direttore sanitario; in alcuni casi ci si avvale anche sulla collaborazione di più medici di medicina generale che dedicano parte del loro tempo lavorativo alla casa di riposo. Ci sono delle direttive da soddisfare e degli standard da seguire, come il tempo medio di assistenza che deve essere pari ad almeno 2 minuti e mezzo al giorno per ospite, ma la scelta sulle professionalità di cui avvalersi è esclusivamente in capo alla singola azienda. L’Azienda sanitaria provinciale ha oggi solo un compito di sorveglianza su procedure e protocolli.
«Nella mia esperienza da presidente - spiega Demagri - non ho mai assistito ad ingenerenze. Ora con questo accentramento delle competenze temo che si vogliano spostare le responsabilità dall’assessorato all’Azienda sanitaria». La consigliera del Patt sottolinea come questo blitz avvenga in un momento particolarmente delicato per le Apsp, ancora in difficoltà nell’erogare servizi di solito garantiti dai centri diurni, semi isolate per le limitazioni imposte nelle visite agli ospiti e molte delle quali destinate a chiudere i bilanci in negativo a causa dei tanti posti letto tagliati con le nuove regole di distanziamento e isolamento dei positivi al coronavirus; a questo proposito annuncia la presentazione di emendamenti che prevedano stanziamenti straordinari.
Duro anche il commento di Paolo Ghezzi, di Futura, che accusa la giunta di volersi appropriare delle competenze degli enti con cui si fa fatica a rapportarsi: «Lo scaricabarile nei confronti delle rsa, che hanno pagato il costo più alto di vite umane durante l’emergenza della pandemia, - afferma - ce lo ricordiamo bene: gli errori strategici e organizzativi del sistema sanitario sono stati sfacciatamente rovesciati sulle direzioni delle rsa. La risposta a un’esigenza di ripensamento del sistema non può essere quella di un colpo di mano fatto con un emendamento di Fugatti in commissione, con l’obiettivo di rendere le Apsp strutture solo sanitarie e per nulla autonome». Giorgio Tonini si è detto allibito per come è stato scritto l’emendamento e ha chiesto di sospendere il voto per avere delucidazioni tecniche. Perplessità sono arrivate anche dalla maggioranza con Claudio Cia, che condivide il pericolo di snaturare le Apsp, e con Mattia Gottardi che ha ipotizzato una differente formulazione della norma.
Ma ieri l’emendamento e l’intero disegno di legge sono stati approvati in commissione dalla maggioranza. Contrari all’emendamento Rossi (Patt), Tonini (Pd) e Ghezzi (Futura). Astenuto Alex Marini (misto).