Chiusura dei centri commerciali nella pandemia: la Corte Costituzionale boccia (un’altra volta) la giunta Fugatti
L’annuncio da Tonini del PD: «La legge Fuffa Fugatti-Failoni era una forzatura, difficile non dire “ve l’avevamo detto"». E ora potrebbero arrivare richieste di danni milionari
PROTESTA La lettera di 500 commercianti contro le chiusure
LA STORIA Legge approvata ma poi "sospesa"
SENTENZE Il Tar aveva già detto no
RICORSO La rabbia degli esercenti per la chiusura
RISARCIMENTO Confesercenti e Confcommercio chiederanno i danni
TRENTO. Si allunga ancora la lista di sentenze avverse alle decisioni della giunta provinciale. Dopo quella dei dieci anni di residenza per avere la casa Itea, la Provincia è stata condannata per la chiusura forzata dei centri commerciali trentini nella prima parte della pandemia covid. E ora potrebbero scattare le richieste di danni milionari provocati dalle chiusure forzate.
La Corte costituzionale, con una sentenza depositata oggi, ha dichiarato illegittima la legge del 3 luglio 2020 della Provincia autonoma di Trento sulle chiusure domenicali e festive degli esercizi commerciali. La legge prevedeva la chiusura dei negozi di vendita al dettaglio "per favorire la conservazione delle peculiarità socio-culturali e paesaggistico-ambientali" e fissava i comuni ad elevata intensità turistica o attrattività commerciale e turistica nei quali era ammessa l'apertura domenicale o festiva. La Consulta ha ricordato che c'erano già sei precedenti sentenze sfavorevoli ad altrettante leggi regionali votate in Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Valle d'Aosta, Veneto, Toscana e Provincia autonoma di Bolzano.
Si trattava della legittimità della legge n. 4 di data 3 luglio 2020 (Disciplina delle aperture nei giorni domenicali e festivi delle attività commerciali) e la Deliberazione della Giunta Provinciale del 3 luglio 2020 n. 891 (Individuazione dei comuni ad elevata intensità turistica nei quali è ammessa l’apertura degli esercizi di vendita anche nelle qiornate domenicali e festive = art. 1 comma 2 del provvedimento normativo concernente la “Disciplina delle aperture nei giorni domenicali e festivi delle attività commerciali”). Norme con le quali la giunta trentina chiudeva i centri commer iali nel week-end, mentre per la legge italiana potevano essere aperti, ed erano regolarmente aperti i negozi "piccoli".
Contro la legge si erano già espressi il Garante della concorrenza, il Tar di Trento, il Governo che aveva impugnato la legge, ed erano stati presentati ricorsi da alcuni centri commerciali trentini, e anche dal Sait, dalla Cooperazione trentina, da Confesercenti e Confcommercio.
Lo annuncia il consigliere provinciale del PD, Giorgio Tonini: «Poche sentenze della Corte costituzionale sono state più “annunciate” di quella depositata oggi, che sancisce l’illegittimità costituzionale della legge della Provincia autonoma di Trento n.4 del 2020, sulle chiusure domenicali degli esercizi commerciali. Come ha ricordato la stessa Corte nel motivare la sonora bocciatura della “legge Fuffa” Fugatti-Failoni, c’erano già ben sei precedenti sentenze della Consulta sfavorevoli ad altrettante leggi regionali: Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Valle d’Aosta, Veneto, Toscana e Provincia autonoma di Bolzano. Legiferare in presenza di una giurisprudenza così univoca e consolidata si poneva obiettivamente come un atto temerario, che poteva solo esporre la nostra autonomia speciale a fare la figura del provocatore spudorato o del dilettante allo sbaraglio, esporre le imprese commerciali a danni ingiustificati e illudere e tradire le legittime aspettative dei lavoratori.
Legiferare al confine delle nostre competenze è una strategia legittima e intelligente, mirata ad allargare gli spazi della nostra autonomia. Ma un conto è muoversi ai confini per cercare di spostarli in avanti, altro è invadere consapevolmente lo spazio altrui, sfidando esplicitamente e deliberatamente la Costituzione vivente nella giurisprudenza della Corte. Muoversi ai confini significava esplorare la via pattizia di una norma di attuazione del nostro Statuto, come aveva cominciato a fare la Commissione dei 12. Una via che è stata bloccata dal varo della “Legge Fuffa” e che la sentenza di oggi rende ora assai più impervia. In questi casi, la cosa più difficile è non dire “ve lo avevamo detto”. Non ci riusciamo a non dirlo: eravamo stati facili profeti».