Lussurzesa, la cerbiatta sopravvissuta ai roghi in Sardegna
È viva per miracolo, scampata alle fiamme che hanno devastato il Montiferru ma ha le quattro zampe carbonizzate e non potrà più scorrazzare tra i boschi
ORISTANO. È viva per miracolo, scampata alle fiamme che hanno devastato il Montiferru ma ha le quattro zampe carbonizzate e non potrà più scorrazzare tra i boschi. L'hanno chiamata "Lussurzesa", una dolcissima cerbiatta sopravvissuta all'immenso rogo che nei giorni scorsi ha mandato in cenere paesaggi, boschi, uliveti e vigneti in provincia di Oristano.
"E' stata ritrovata accanto al corpo della madre carbonizzata che non è riuscita a sopravvivere e lei era lì...recuperata da un gruppo di cacciatori che stanno battendo la montagna palmo a palmo alla ricerca di selvatici feriti". È un frammento di un post pubblicato sulla pagine Facebook della clinica veterinaria Duemari di Oristano dove la cerbiatta è ricoverata.
Lussurzesa, così è stata ribattezzata dal nome della località, Santu Lussurgiu, in cui è stata recuperata impossibilitata a muoversi, è in buone mani. La struttura è nota per essere un centro di eccellenza per la cura degli animali in Sardegna. Dal '91 si occupa sia di animali di proprietà che di randagi feriti che poi, attraverso la pagina Facebook, si cerca di far adottare. Ma si occupa anche di fauna selvatica. La foto della cerbiatta ha avuto già un milione e trecento mila visualizzazioni. "Lussurzesa non è in pericolo di vita - rassicura la veterinaria Monica Pais, responsabile della clinica Due Mari - per fortuna era già svezzata. Mangia a quattro palmenti fieno, foraggio, mangime e riceve una gran quantità di coccole. Pian piano la abituerò a convivere con gli altri animali. Stiamo valutando l'entità del danno e cercando di capire se riusciremo a rimetterla in piedi, anche con le protesi: non sarà semplice, ma comunque troveremo una situazione protetta per lei".
Il post si chiude con una nota commovente: "Cosa devono aver visto e pianto questi occhi. Non sappiamo se potrà sopravvivere, se accetterà il biberon, se se se. Ma combatteremo, questa è la icona della nostra Terra ora". Monica Pais non è nuova agli interventi 'miracolosi'. Nel gennaio 2016 è stata strappata alla morte la cagnatta Palla, diventata il simbolo degli animali di nessuno. Un laccio di nylon stretto intorno al collo ne aveva completamente stravolto la fisionomia e i lineamenti. La testa era gonfia e sformata sul corpo emaciato; non poteva neppure aprire la bocca, e riusciva a malapena a tirar fuori la lingua per bere. La sua storia ha fatto letteralmente il giro del mondo, dalla Germania all'Australia, suscitando un'onda di incredibili emozioni: commozione, gioia, empatia, solidarietà, condivisione.