Spagna: Leonor da oggi erede al trono, assenti indipendentisti
A Madrid scoppia la 'leonormania', una principessa più moderna
(ANSA) - MADRID, 31 OTT - Alle 11 in punto Leonor di Borbone giurerà fedeltà alla Costituzione davanti alle Corti e diventerà l'erede al trono, in un giorno storico per la giovane democrazia spagnola. Tutto il Paese ormai da ore è in preda alla 'leonormania': le vie centrali di Madrid sono piene di bandiere nazionali, tutti i lampioni sono stati addobbati con le foto della Principessa delle Asturie, che oggi, il giorno del suo 18esimo compleanno pronuncerà il suo discorso più importante. Intervento che sarà trasmesso anche in tre maxischermi allestiti nella piazza principale di Puerta del Sol. Una ragazza che, soprattutto per volere della madre, la regina Letizia ex giornalista della tv pubblica, sta interpretando il suo ruolo in un modo molto più moderno e aperto alla società rispetto alle tradizioni del passato. Basti pensare alla scelta della famiglia di farle trascorrere l'ultimo anno del liceo in una scuola gallese. Tantissimi spagnoli entusiasti sono arrivati di prima mattina dietro le transenne per vedere da vicino la famiglia reale. In tutta la zona anche un notevole spiegamento di forze di polizia, oltre 900 agenti, per garantire la sicurezza all'atto più solenne che si celebra nel parlamento spagnolo. Una seduta speciale che oggi assume anche un grande significato politico: la casa reale, secondo la Costituzione spagnola, è il simbolo dell'unità dello Stato. Tuttavia, alla cerimonia non saranno presenti gli esponenti dei partiti indipendentisti baschi e catalani, ma anche della sinistra radicale. E tra gli assenti ci sono anche tre ministri di Podemos, Ione Belarra, Irene Montero e Alberto Garzón. Sarà invece presente la vicepresidente Yolanda Diaz, per "rispetto istituzionale". Assenze che offrono nuovi argomenti alla destra che da settimane, anche con imponenti manifestazioni di piazza, accusa Pedro Sanchez e la sua volontà di andare al governo con gli indipendentisti catalani di "voler rompere il Paese". (ANSA).