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"Discorsi sconclusionati": il New York Times rilancia la questione dell'età e dell'acutezza mentale di Trump

Un lungo articolo esamina negli anni i discorsi del tycoon, basandosi su testimonianze, sull'esame delle sue apparizioni pubbliche e su un' analisi computeristica dei suoi comizi, che peraltro sono diminuiti di numero (finora 61 contro i 283 della campagna 2016)

WASHINGTON. Il New York Times rilancia la questione dell'età e dell'acutezza mentale di Donald Trump con un lungo articolo in cui esamina negli anni i discorsi del tycoon, basandosi su testimonianze, sull'esame delle sue apparizioni pubbliche e su un' analisi computeristica dei suoi comizi, che peraltro sono diminuiti di numero (finora 61 contro i 283 del 2016).

"Con il passare del tempo, i discorsi dell'ex presidente 78enne sono diventati più cupi, più duri, più lunghi, più arrabbiati, meno concentrati, più volgari e sempre più fissati sul passato", scrive il quotidiano citando vari episodi.

Tra gli ultimi quello in cui ha raccontato come nel dibattito tv con Kamala Harris il pubblico fosse dalla sua parte, quando invece non c'era nessun spettatore.

"Lui - osserva il Nyt - divaga, si ripete, vaga da un pensiero all'altro, alcuni dei quali difficili da comprendere, alcuni dei quali incompiuti, alcuni dei quali fattualmente fantastici.

Esprime affermazioni stravaganti che sembrano inventate di sana pianta. Si dilunga in bizzarre digressioni sul golf, sugli squali, sul suo 'bellissimo' corpo. Si gode 'una splendida giornata in Louisiana' dopo aver trascorso invece la giornata in Georgia. Esprime il timore che la Corea del Nord stia 'cercando di uccidermi' quando presumibilmente intende l'Iran".

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