Salvate il nuovo martireCesare Battisti

di Paolo Ghezzi - NO

"Mia figlia èdiventata martire". Resi orfani dei propri cuccioli dall'attaccoimplacabile di Israele - un popolo troppo abituato alla guerra disopravvivenza perenne e totale, troppo odiato e assediato e ucciso, pernon odiare e assediare e uccidere, inclusi i bambini cioè i futurinemici - le madri e i padri palestinesi di Gaza non dicono: "Mia figliaè morta, è stata uccisa".
Dicono che ha vissuto il martirio, in arabo "shahada", che nondiversamente dalla parola ereditata dal greco "martyr", significatestimonianza.
E,senza che ci addentriamo nelle complesse interpretazioni religiose(cristiane e islamiche) del martirio, i testimoni che cosa fanno?Vedono e parlano, dicono la verità e nient'altro che la verità.Difendono ciò in cui credono, accusano il male e coloro che locompiono. E se da quel male sono travolti, inchiodati, eliminati dallafaccia della terra, la loro morte diventa testimonianzadell'ingiustizia, memoria impegnativa, profezia scomoda, parolaalternativa, sorgente di tradizione e di nuove testimonianze.
Se a Gaza e altrove il martirio è realtà quotidiana di sangue, inItalia per fortuna ci si deve accontentare dei surrogati mediatici delmartirio: il martirio di Santoro, per esempio, martirizzato perché hatelemostrato il martirio dei palestinesi. O il martirio di CesareBattisti, purtroppo omonimo del martire trentino impiccato dal nostroImpero asburgico: terrorista rosso condannato come pluriomicida dallagiustizia italiana, Battisti ha trovato asilo politico in Brasile,protezione che ha suscitato la protesta del nostro presidentepost-comunista.
Dalla "Repubblica" si apprende ora un interessante retroscena.Battisti, che nel suo esilio francese è diventato uno scrittore digialli apprezzato dalla critica francese, sempre generosa con gliitaliani "controcorrente", è protetto affettuosamente dalla sua amicagiallista Fred Vargas, autrice di best-seller, che - oltre a pagarglile spese legali - per ben cinque volte sarebbe andata in Brasile aperorare ai massimi livelli la causa del suo compagno "perseguitatopolitico". Il tutto col generoso appoggio di monsieur Sarkozy e madameBrunì.
Succede così, in Italia, Paese del melodramma e della farsa: ilmartirio non è quello dei morti ammazzati dai presunti rivoluzionariche volevano cambiare il mondo cospargendo di cadaveri le strade (queimorti sono sedie vuote nelle case di chi resta, vite inghiottitedall'oblìo, statistiche polverose).
No, il martirio è quello degli assassini in esilio che la malandatagiustizia italiana si ostina a voler incarcerare: offensivaprovocazione contro chi ha lottato per la libertà dall'intollerabileregime democratico che ha oppresso l'Italia negli anni Settanta.
Per fortuna Fred Vargas, incoraggiata dall'Eliseo e dall'intellighenziafrancese ancora sorretta dai nobili ideali di libertà uguaglianza efraternità, sta aiutando il martire Cesare Battisti a sottrarsi aipenitenziari nazionali: "Battisti sta male, ha l'epatite B e setornasse in Italia sarebbe in pericolo". L'assessore Rossi comunichiall'avvocato del martire che al Santa Chiara c'è un ottimo repartoinfettivi. Diamo asilo al nuovo Cesare Battisti, che di quelloimpiccato nel 1916 - martire dimenticato - non si ricorda più nessuno.Solo i tre socialisti superstiti e le targhe delle piazze.

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