La partita di calcetto sotto il sole: vergogna!

Fugatti contro i profughi colpevoli di giocare a calcio sotto il sole

di Matteo Lunelli

Quasi fosse una sentinella (in piedi, ma non in piedi come quelle sentinelle), Maurizio Fugatti li ha beccati. E ha prontamente denunciato la vergogna. Ma cosa dico vergogna? Lo scandalo. Ma cosa dico scandalo? L’immoralità.

Fatico quasi a dirlo: un gruppo di profughi stava giocando a calcetto! Ma vi rendete conto? Dieci persone (ma forse erano addirittura di più, fuori dall’inquadratura della foto) che tiravano calci a un pallone. Assurdo! Su Facebook (su entrambi i suoi profili personali, con Maurizio Fugatti che ha condiviso la foto di Maurizio Fugatti), il «paparazzo» leghista ha denunciato l’accaduto.

Ma non è tutto. Come scrive Fugatti il gruppetto stava giocando addirittura in un «campo di calcetto sintetico»: d’altra parte l’autonomia, i soldi che non ridiamo a «Roma ladrona» ci garantiscono addirittura il dono del sintetico, altro che campetti di fango, sabbia, polvere o cemento. Ci garantiscono un «Bel-sito» dove fare una sgambata. Finita qui? Magari… I calciatori stavano giocando «sotto il sole». Lo riscrivo affinché capiate bene: sotto il sole! I soliti privilegiati, mai una volta che vadano a giocare quando nevica. A questo punto già ce ne sarebbe abbastanza per uno scandalo di proporzioni internazionali, per dare una bella «Tirana» d’orecchie a tutti quanti.

Ma il dossier Fugatti, proprio in calce, pone un dubbio, la domanda che tutti si fanno ma che nessuno ha il coraggio di scrivere su due profili Facebook. «Avranno pagato per il campo?». Eh sì, avranno pagato? Saranno riusciti a salvare qualche spicciolo durante il viaggio su un barcone o dalle rovine delle loro case bombardate, per pagare il campetto sintetico di Trento?

Siccome, scandalizzato, oggi mi sento un giornalista d’assalto, d’inchiesta, pronto a tutto, mi chiedo delle altre cose: avranno prenotato il campo la settimana scorsa telefonando magari da Lampedusa? E avranno giocato a uomo, all’italiana? E quelle divise, le avranno pagate (dando così un compenso ai bambini che le hanno cucite)? Infine: il pallone, chi ha portato quel maledetto pallone rendendo di fatto possibile la vergognosa sgambata? Dopo le domande, uno scoop: fonti riservate dicono che l’arbitro del match fosse un docente del liceo Russell.

Scandalizzato dalla vergognosa sgambata sotto il sole, vado a (ri)leggermi questo decalogo, scritto nel 1994, da un politico di professione che non aveva Facebook.

 

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