Caccia e grandi carnivori: la gestione della fauna vada tutta alla Provincia
Continua a tenere banco la questione dei grandi carnivori, con ovvia attenzione dedicata agli orsi e in particolare a M49, transitato nelle scorse ore per la Valle di Fiemme, dove ha purtroppo distrutto alcune arnie e sbranato, vicino a passo Oclini, una vitella di circa un anno.
Innanzitutto intendo esprimere solidarietà agli apicoltori e agli allevatori interessati dalle sue escursioni ma è mia volontà procedere anche con alcune considerazioni di valore più generale. L’ambiente e il paesaggio montano sono infatti per la nostra terra elementi imprescindibili che meritano la giusta tutela e comportamenti e leggi che rendano possibile non solo la corretta coabitazione tra grandi carnivori, animali selvatici (non vanno scordati accanto all’orso, infatti, il lupo e il cinghiale) e uomo ma permettano anche di contrastare lo spopolamento dei territori di montagna.
Si deve inoltre consentire a chi su di essi lavora quotidianamente o si reca per varie ragioni, tra cui oltre all’agricoltura e all’allevamento c’è il turismo, altro volano cardinale per il nostro sistema provincia, di farlo con consapevolezza ed altrettanta sicurezza.
Servono poi chiarezza, metodo e vera tutela per le zone antropizzate della montagna: va detto chiaramente che gli esemplari problematici, come nel caso di M49, vanno attentamente monitorati e prelevati nel giusto modo - senza “se” e senza “ma” - qualora causino problemi.
Conoscenza e rispetto per flora e fauna (orsi e lupi compresi, ovviamente) devono andare di pari passo con un sentimento di sicurezza nel recarsi in montagna che oggi, purtroppo, pare sempre più venir meno, a causa anche degli eventi legati a Vaia e ai cambiamenti che tale catastrofico evento ha generato.
Come recentemente confermato anche dal Vicepresidente della Provincia durante un convegno sulla gestione dei territori di montagna e dei grandi carnivori, scopo dell’azione della Provincia di Trento deve essere quello di tornare a un rinnovato equilibrio. Certamente se da un lato vi è l’esigenza di gestire meglio l’annuale espansione dei boschi - che in Trentino si espandono dello 0,06% (ovvero 220 ettari circa) ogni 12 mesi a fronte di una media nell’arco alpino e nel resto d’Italia, ben superiore, dello 0,5% e dello 0,36% - allo stesso modo vanno seguite e sviluppate con estrema attenzione le esigenze dell’agricoltura, dell’allevamento e del turismo e vanno garantiti quei meccanismi e quei servizi sul territorio atti a contrastare lo spopolamento e favorire la corretta presenza e l’insediamento in montagna.
Per fare questo, finanziamenti e stanziamenti di ulteriori risorse per fronteggiare vecchi e nuove emergenze, o progetti sperimentali come quello attuato dalla Magnifica Comunità negli ultimi anni sui recinti a salvaguardia degli animali al pascolo (mio l’intervento in manovra di bilancio per la richiesta dei fondi necessari), sono certamente utili, ma serve fare di più, attivando le giuste azioni politico istituzionali per raggiungere risultati davvero utili.
Pertanto diviene ancor più fondamentale, a mio avviso, il ruolo della Commissione dei Dodici, importante strumento di dialogo e concertazione con lo Stato in grado certamente di generare risultati positivi per il Trentino Alto Adige Südtirol, su questo e altri temi ritenuti cardinali, ancor di più ora che la stessa, grazie all’elezione a Presidente del dottor Fabio Scalet - scelta validissima e tra l’altro già dirigente del Dipartimento affari istituzionali e legislativi della Provincia - si è riappropriata delle sue piene funzioni.
Proprio Scalet ha recentemente spiegato come, nel territorio dell’Arge Alp - associazione composta da 10 tra Province, Regioni, Länder e Cantoni appartenenti ad Austria, Germania, Italia e Svizzera con lo scopo di affrontare, mediante collaborazione transfrontaliera, problemi e propositi comuni, in particolare in campo ecologico, culturale, sociale ed economico - l’esigenza di fronteggiare la questione orsi e lupi sia profondamente sentita e come sia necessario lavorare per scongiurare la riduzione degli alpeggi e l’abbandono della montagna in generale. Per fare ciò è centrale che il controllo della cattura e del trattamento dei grandi carnivori venga delegato, per quanto riguarda noi e i vicini altoatesini, alla due Province Autonome, facendo in modo che accanto alla legge provinciale dedicata a questi animali venga anche approvata una norma di attuazione che ci garantisca la gestione diretta.
Sono fortemente convinto che ciò vada ottenuto e auspico che i passi necessari a raggiungere questo risultato vengano fatti il prima possibile. È una priorità, una questione di rispetto e giustizia per gli animali stessi e per tutte le persone e i molti settori economici (allevamento, agricoltura, apicoltura, turismo) legati alla montagna che attendono, finalmente, azioni concrete e durature e non vogliono e non possono aspettare ancora.
Ovviamente, vicino alla questione grandi carnivori, sarebbe oltremodo utile prevedere un nuovo pacchetto di norme attuative atto a completare quanto già avviato durante il precedente mandato dalla Commissione dei Dodici, in special modo in alcuni campi fondamentali quali la sicurezza, l’ordine pubblico ai fini della tutela dell’incolumità delle persone e la fiscalità, come da me recentemente proposto in uno specifico ordine del giorno, approvato tra l’altro a larga maggioranza in assestamento di bilancio.
Ma su questo avremo certamente occasione di tornare in seguito. Ora sia data la precedenza alla nostra montagna e al corretto modo di abitarla, gestirla e viverla.
Pietro De Godenz, Capogruppo Upt in Consiglio provinciale